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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Spoleto

Trentenne umbro trovato morto in carcere, inutili i tentativi di rianimarlo

"Gli agenti nel corso del tempo sono riusciti a salvare vari detenuti. Questa volta non ci sono riusciti, ma nulla toglie al costante impegno del personale per assicurare l'ordine e la sicurezza"

Tragedia nella notte tra sabato 14 e domenica 15 nel carcere di Spoleto per la morte di un giovane detenuto di 30 anni originario dell'Umbria. Gli agenti della polizia penitenziaria lo hanno ritrovato impiccato all'interno della sua cella, a nulla sono valsi i soccorsi per salvarlo. In custodia cautelare dallo scorso maggio per furto aggravato, il detenuto aveva problemi di tossicodipendenza, ma era seguito dal Sert anche all'interno del carcere. Prima di compiere il gesto estremo non avrebbe lasciato alcun biglietto, nè dato segni di squilibrio. 

Nonostante il tempestivo intervento del personale di polizia penitenziaria e del medico di turno che hanno tentato il tutto per tutto per salvarlo, per lui non c'è stato nulla da fare. "Gli agenti nel corso del tempo sono riusciti a salvare vari detenuti che avevano tentato il suicidio. Questa volta non ci sono riusciti, ma nulla toglie al costante impegno del personale per assicurare l'ordine e la sicurezza all'interno dell'istituto penitenziario e alla professionalità ineccepibile nell'affrontare le criticità che avvengono"- Spiega Fabrizio Bonino, Segretario nazionale Sappe dell'Umbria. 

Ma non è un caso isolato, nel giro di pochi giorni altri due detenuti si sono suicidati nelle carceri italiane. "E' decisamente allarmante", commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe. "Un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta dello Stato e dell'intera comunità. Questo nuovo drammatico suicidio evidenzia come i problemi permangono, sia quelli umani che quelli sociali, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza". 

"Un programma di prevenzione del suicidio e l'organizzazione di un servizio d'intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti, ma anche per l'intero istituto, ma non ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione"

"Negli ultimi vent'anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato più di 2mila tentati suicidi  e impedito 168mila atti di autolesionismo nelle carceri italiane, conclude il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo. "Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante".

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