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Cronaca

STORIE DI DONNE Anticipò Luisa Spagnoli e Brunello Cucinelli, Maria Monaci Gallenga, fashion designer, creatrice, artista-artigiana

Un libro di Rosanna Masiola e Sabrina Cittadini (“L’alba dorata della moda italiana”, Aracne editore) presenta il personaggio nella sua dimensione internazionale

Anticipò Luisa Spagnoli e Brunello Cucinelli, Maria Monaci Gallenga, fashion designer, creatrice, artista-artigiana, legata all’Umbria. Un libro di Rosanna Masiola e Sabrina Cittadini (“L’alba dorata della moda italiana”, Aracne editore) presenta il personaggio nella sua dimensione internazionale. Attraverso “Una prospettiva cross-culturale”, come recita il sottotitolo. Una vera artista che usò tessuti di pregio, mohair e cachemire, anche se il Regime vietava che così si chiamassero. Ce lo racconta in una appassionata e colta prefazione Renato Tomei.

Il colloquio con Sabrina, davanti a un caffè, va oltre le pagine del libro, con aneddoti, foto inedite che raccontano stili e stilemi di una “trama” finora inesplorata: la vita di una donna che anticipò l’emancipazione femminile. Non a chiacchiere da talk-show, ma portando nel mondo il gusto, la bellezza, la cultura italiana. “Proprio in perfetta coerenza con la mission della Stranieri”, precisa Sabrina. Che peraltro è docente proprio a Palazzo Gallenga-Stuart. E che è rimasta affascinata da questo personaggio, scoperto nel corso di una tesi di dottorato e divenuto soggetto/oggetto di una ricerca di rango. Maria aprì negozi a Roma in via Veneto, a Firenze in via Tornabuoni, a Parigi con la celebrata boutique “L’Italienne”, a NewYork. In tutto, 15 atelier nel mondo (un po’ meno di quelli di Brunello).

Sabrina, dal suo tablet, mostra all’Inviato Cittadino foto e ricordi tratti dall’album di famiglia del nipote di Maria, Giovanni Gallenga, il quale vive nella casa che fu della nonna, dove tutto è rimasto “ubi erat, sicut erat”: vestiti, arredi, arazzi e sculture, opere d’arte, ricchezza di idee, raffinatezza di tessuti, timbrati a mano con procedimenti in parte brevettati, in parte scomparsi con la loro creatrice. Una cornice di eleganza che ci ricorda come anche l’arredamento possa assurgere ad arte, se sorretto da un gusto eccezionale e da un mondo interiore ricco di suggestioni. Siamo in ambito liberty e futurista, con una anticipazione profetica di mode e modi, ancora incredibilmente attuali. Lo dimostrano gli abiti che Giovanni ha fatto indossare a Sabrina: sembrano fatti adesso, per lei.

Maria fu sodale di Maria Montessori e con lei attivò iniziative a favore dei bambini delle classi subalterne. Realizzò una scuola nell’Agro Pontino e la fece decorare da Maestri d’Arte, proprio per creare un clima educativo e realizzare un ambiente ad alto valore pedagogico. Aveva sposato Lenocrate Gallenga, primo oncologo italiano (cugino dell’onorevole Romeo), studioso e filantropo. Si occupava, d’intesa con la moglie, della cura e dell’istruzione dei più deboli. D’altronde questo di fare del bene era un “vizio di famiglia”. Tipico dell’aristocrazia dei sentimenti.

Sabrina, mi dici su quali elementi si fonda il paragone con Cucinelli?
“Anche Maria era una mecenate, estetologa, kalofila, filantropa: promuoveva artisti di ogni genere. Amava la filosofia e la letteratura. Pensa che nei suoi atelier americani proponeva la Lectura Dantis. Infine, amava il nostro territorio e lo curava. Come dice Brunello: ‘Dobbiamo essere custodi della bellezza’. Nella sua villa di Passignano sul Trasimeno (Villa Le Masse) curava cose belle”.

Quale l’eredità lasciata nell’ambiente della moda?
“La collezione Gallenga è conservata presso la sartoria di costumi di Umberto Tirelli, da parte delle Fendi. È merito di Maria aver ispirato la borsettina da sera Gallenga-Fendi, le giacche avvolgenti da uomo di Romeo Gigli, i cappottoni di Cavalli, gli arabeschi di Valentino, gli sfarzi d’oro della sicilianità di Dolce&aGabbana. Insomma: una forza ‘generativa’ ancor oggi attuale”. Un libro che non deve mancare nella biblioteca di ogni umbro. Perché ci ricorda il passato e ci  inorgoglisce per il presente.

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