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Cronaca

Sparatoria in Regione, la Procura indaga sulla legittimità del porto d'armi

In un comunicato la Procura di Perugia ha fatto sapere che sta indagando sull'effettiva legittimità del porto d'armi di Andrea Zampi il killer della strage della Regione

Un ultimo comunicato della Procura della Repubblica di Perugia fa sorgere qualche dubbio sulla legittimità del porto d'armi di Zampi, Il procuratore della Repubblica comunica infatti, "con riferimento alle indagini concernenti il duplice omicidio commesso nella giornata di ieri nel palazzo dell’Amministrazione regionale, che sono in corso, con la collaborazione della Questura di Perugia, accertamenti specifici diretti alla ricostruzione del fatto ed alla verifica delle ragioni e della legittimità del possesso di un’arma da parte dell’autore del reato.

E cosi con questo punto interrogativo, la rabbia resta forte, si manifesta nei colleghi, un dolore che dalle famiglie si trasmette ad una comunità intera, ferita da una strage che non ha senso. Perdere la vita sul posto di lavoro è sempre un dolore e un'anomalia per una società civile, ma perderlo in questo modo scatena reazioni ancor più rabbiose.

Non ci sono giustificazioni ad un gesto così, ma il killer aveva premeditato e cosiderava quel gesto come una soluzione, un'assurda azione che ha portato solo morte. Appena poche settimane fa, aveva rilasciato una piccola intervista sul numero del 31 gennaio di 'Quattro Colonne', giornale scritto dagli studenti della scuola Rai di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, a proposito della sua scuola 'Progetto Moda', parlava di eccellenze formative e prezzi bassi, invitava donne straniere e italiane, di tutte le età ad iscriversi perché, "fanno le sarte in casa oppure aprono delle attività. Una donna vuole imparare a farsi da sé un abito" affermava Zampi "da noi si impara veramente, perché si fanno i capi proprio sulla misura della persona e questo è importante. Inoltre la quota d’iscrizione è minore rispetto al costo delle altre offerte del mercato".

Di donne ieri ne ha ammazzate due, Margherita e Daniela, a bruciapelo, senza pensare alla vita che stroncava e alle famiglie che ha distrutto. Per gli inquirenti non ci sono dubbi sul movente. Lo ha fatto sparando perchè aveva una passione per le armi: Zampi 6 mesi fa aveva ripreso il porto d'armi sportivo, revocatogli due anni fa per problemi legati all'idoneità psico-fisica, poteva possedere armi e usarle nei poligoni, ma anche questa storia sembra essere poco chiara secondo la Procura che sta indagando. Poi c'è la pistola, una Beretta Stoeger Cougar 9 mm semiautomatica, comprata solo il giorno prima e non ancora denunciata, comprata per fare una strage, acquisto dettato da una volontà istintiva o o da lunga premeditazione? Impossibile da capire, ma senz'altro tutti segni di un pensiero fisso, che probabilmete l'ossessionava da tempo: seminare morte a chi, secondo lui, lo aveva rovinato.

Il giorno dopo resta solo la rabbia di una comunità sconvolta, che cerca di trovare conforto nella dignità di chi lavora per la pubblica ammnistrazione. I colleghi e i cittadini si sono stretti intorno alle famiglie per cercare di condividere e sopportare questo orribile e incomprensibile gesto che sarà difficile da dimenticare.

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