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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Sparatoria, nessuna giustificazione per Zampi: la crisi non vale due "sacrifici umani"

Con due colpi a testa ha ucciso brutalmente Daniela e Margherita nel loro ufficio. Poi si è sparato alla tempia. Procura indaga su come il killer abbia ripreso il porto d'armi dopo revoca

Due colpi per Margherita Peccati, altri due per Daniela Crispolti. Sparatia a meno di due metri. Impossibile per le due donne provare a salvarsi in qualsiasi maniera possibile e istintiva. Impossibile per qualsiasi medico o personale del 118 provare a tamponare, bloccare quella morte che è arrivata subito per Margherita mentre è stata un po' più lenta - i testimoni nei vari uffici hanno sentito rantolare disperatamente - per Daniela, la precaria, che forse il killer Andrea Zampi non conosceva neanche ma che non ha voluto risparmiare. Cinque e dieci minuti dopo l'imprenditore - avrebbe esploso almeno un altro colpo finito a bucare la porta di un ufficio - si è recato in una stanza e si è sparato alla tempia. E' questa la terribile, folle e impossibile da digerire prima ricostruzione fatta sia dai medici legali che dalle forze dell'ordine. 

L'autopsia dovrebbe avvenire domani - 8 marzo - stando alle indicazioni del magistrato. C'è stata premeditazione, anche se bisogna capire molti aspetti di quel giorno maledetto, come prova quel biglietto trovato nella tasca del killer rivolto alla madre. Un biglietto che ineggia anche alla giovinezza - ci rivedremo belli e giovani - forse il periodo di quella spensieratezza che da tempo aveva perduto: c'è chi è convinto anche per i problemi psichici - un trattamento sanitario obbligatorio nel suo passato - e chi per un bando della regione per la formazione professionale che era convinto di portare a casa per salvare la sua piccola azienda di famiglia. Ma sul bando c'è poca chiarezza: il killer era convinto di meritarselo e che un complotto lo avesse portato lontano dalle sue casse. Ma quella sua azienda non era accreditata dal 2008 con la Regione. E non c'è traccia di una sua vincita poi revocata. Farneticazioni. O semplice disperazione di un imprenditore ai tempi della crisi? 

Sul fronte dell'inchiesta l'unica certezza è arrivata da una nota dal Procuratore Generale Fumo: si indaga su eventuali responsabilità o violazioni delle normative per il rilascio del porto d'armi - chiesto sei mesi fa - del killer a cui in passato era stato revocato. Perchè? Non si sa ancora ma forse per i vari problemi psichici. E' stato interrogato il medico di famiglia che ha firmato il certificato. Lo aveva in cura da meno di un anno. "Non aveva particolari problemi": lo ha spiegato agli inquirenti. 

Poi c'è un clima, un brutto clima: ma non è solo quello a carico dei dipendenti pubblici - sulla rete commenti molto forti - e anche quello che sembra dimenticare in fretta chi sono le vittime e chi il carnefice. Daniela e Margherita sembrano essere figure già archiviate quando tutto questo si sta facendo per la loro giustizia e per quella delle loro famiglie distrutte. E' bene dunque dirlo: Andrea Zampi non ha scusanti, non ha alibi, non ha nessuna ragione al mondo dopo che ha tolto la vita a due persone. Andrea Zampi è il killer. Le due donne sono le ennessime vittime di un martirio. La crisi, la disperazione di tanti di noi o dei nostri famigliari, la miseria: non valgono il sacrificio di due vite. Per cambiare la politica o gli amministratori o le ingiustizie presunte e quelle vere c'è un solo strumento: il voto. Non il grilletto.

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