rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Gravidanze inventate per estorcere denaro a un anziano: condannata

Le motivazioni della sentenza: "La vittima costretta a vivere in una condizione di autentico terrore per effetto delle plurime e sempre più incalzanti richieste estorsive"

“Ha posto in essere la condotta minacciosa nella piena consapevolezza della sua attitudine a coartare la libera determinazione della persona offesa e all’incontestabile finalità di profitto”, costringendo la vittima a vivere in una condizione “di autentico terrore per effetto delle plurime e sempre più incalzanti richieste estorsive” e la “inequivocabile minaccia di divulgazione di una vicenda estremamente privata e penosa”.

Sono queste le motivazioni che hanno portato alla condanna di una 38enne rom, di nazionalità rumena, con l’accusa di estorsione ai danni di un 93enne. I due si erano conosciuti a Ferro di Cavallo, quando l’uomo (all’epoca dei fatti 82enne e lei 27enne) le aveva dato un passaggio, per poi scoprire che la giovane si prostituiva e con la quale iniziava una frequentazione, pagando ogni incontro 50 euro.

L’imputata, difesa dall’avvocato Giacomo Manduca, avrebbe quindi estorto denaro all’uomo “con distinte condotte, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avendo intrattenuto una frequentazione sessuale” con l’anziano e perché avrebbe riferito “in più occasioni, di essere in stato interessante (riconducibile ai rapporti sessuali con lui intrattenuti) e di avere bisogno di denaro” per abortire. Se l’uomo non le avesse dato i soldi, avrebbe “portato a termine la gravidanza” e avrebbe preteso “il mantenimento del nascituro”.

L’anziano, costituitosi parte civile tramite l’avvocato Pietro Gigliotti, avrebbe pagato una prima somma tra 500 e 600 euro “al fine di interrompere la gravidanza (asseritamente comprovata dal test effettuato)”. Poi avrebbe pagato una seconda volta, sempre per una gravidanza asserita dalla donna, dopo che avevano ripreso a frequentarsi.

L’uomo avrebbe così consegnato alla donna circa 1.800 euro, tra l’aprile del 2014 e l’ottobre del 2015, fino a quando aveva denunciato la cosa, dopo che un amico medico si era offerto di visitare la donna e dopo aver anche scoperto che non si era mai sottoposta all’interruzione di gravidanza, perché questa non era mai neanche iniziata.

Il collegio giudicante ha condannato l'imputata a 6 anni di reclusione e la pagamento di 20mila euro di risarcimento, negando qualsiasi attenuante e condannando la stessa all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. L’imputata è stata anche interdetta legalmente fino al termine della pena.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gravidanze inventate per estorcere denaro a un anziano: condannata

PerugiaToday è in caricamento