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Cronaca

Presentato libro "umbro" sul Festival Sanremo: ma il primo concorso sulla musica italiana fu fatto a Perugia...

Gli autori si sono adoperati per raccontare l'intreccio di musica e costume, di vezzi, vizi di tanta italianità. Con una serie di interviste molto interessanti. E pensare che il primo festival della canzone italiana si tenne qui a Perugia

Il grande evento nazional-popolare è imminente. Mentre si scaldano i motori per dare lo start alla kermesse sanremese, la Biblioteca di San Matteo degli Armeni (nella persona del dinamico Gabriele De Veris) organizza una grande serata in tema. Dove Fabio Melelli (enciclopedia vivente di cinema e spettacolo) e Francesco Rondolini (musicista e scrittore) presentano il libro, scritto a quattro mani, “Il Festival degli italiani”. Ne esce una presentazione interattiva, in cui il pubblico interroga e interloquisce.

Nel corso dei suoi sessantacinque anni di vita, il Festival di Sanremo ha segnato la storia del nostro Paese, nel bene e nel male, nei picchi artistici, come nelle inevitabili cadute. Ha costituito, insomma, la colonna sonora di tante vite, raccontandone storie ed emozioni, originalità e corrività, nell’attimo fuggente dei canonici tre minuti.

Gli autori si sono adoperati per raccontare l’intreccio di musica e costume, di vezzi, vizi, sprazzi e malvezzi di tanta italianità. Con una serie di interviste molto interessanti. Il racconto è proposto attraverso le parole di alcun protagonisti che   svelano retroscena e scandaletti, combine e misteri, classifiche artefatte e studiate a tavolino, vittorie a furor di popolo. Un saggio tra storia e sociologia, in grado di ripercorrere le tante (troppe?) edizioni di un festival che ha segnato la storia del costume nazionale. E che ancora fa audience.

E pensare che il primo festival della canzone italiana si tenne a Perugia, ai Giardini del Frontone, nel 1950! (ma c’è anche chi dice al Pavone). Fu numero unico. Vinse “Notturno perugino”, il cavallo di battaglia (un tempo) di Benito Vicini e tuttora eseguito da Fausta Bennati e Mariella Chiarini. Lo ha di recente riarrangiato Mirco Bonucci (https://www.youtube.com/watch?v=D3SgwekG_VM).

Il Notturno era stato scritto da Sergio Brugnoli, uno studente innamorato della Vetusta. Al “nostro” festival, lo cantò Rino Salviati, scomparso a Roma, novantaquattrenne, il 2 gennaio 2016. Il cronista ebbe a parlarci nel 2012, quando ancora si esibiva – disse – all’età di 90 anni. E suonava ancora bene la chitarra. I suoi pezzi forti: “Cu cu ru cu cu, Paloma”, “Mexico”, “Galopera” (cantava in perfetto spagnolo). Trovai un uomo assolutamente presente a se stesso e ancora memore di Perugia, dove era tornato, avendo dei parenti a Pozzuolo Umbro. Sanremo o meno, la primazia resta perugina!

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