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Cronaca

Piazza della Rupe: a "sorpresa" spuntano tavolini di cemento armato dagli arconi medievali

 La gente, sbirciando dietro le pannellature di cantiere, scorge delle strutture in cemento armato di difficile classificazione. Com’è noto, qui dovrebbe sorgere una speciale biblioteca di carattere multimediale

Piazza della Rupe, tra il Mercato Coperto e la stazione Pincetto del Minimetro. La gente, sbirciando dietro le pannellature di cantiere, scorge delle strutture in cemento armato di difficile classificazione. Com’è noto, qui dovrebbe sorgere una speciale biblioteca di carattere multimediale. Si cominciò a parlarne, e se ne gettarono le premesse, durante la sindacatura Boccali.

Anche l’ex procuratore della Corte d’Appello, Wladimiro De Nunzio, seguì da vicino il recupero/svuotamento delle Sale Salara e Gotica del Palazzo del Bargello, alle quali doveva essere in qualche modo collegato l’intero progetto, compresi gli Arconi. Era uno dei punti di forza, connessi all’operazione “Capitale della cultura” e costituiva di certo una risorsa interessante.

È interessante il parere di uno che se ne intende, l’ingegner Fabio Maria Ciuffini, che ha svolto un ruolo non secondario nel ridisegnare la mobilità perugina e nell’inquadrare l’urbanistica in una dimensione moderna, dinamica e rispettosa.

“Dunque – dice in social Ciuffini – dagli arconi medievali di piazza della Rupe spuntano questi tavolini di cemento armato (si dice che poi saranno di vetro). Una fonte autorevolissima sostiene che originariamente quei manufatti erano previsti sotto gli archi e che lo scorrimento all'esterno sia stato espressamente richiesto dalla Soprintendenza”. Strana e incredibile circostanza quella per cui la Soprintendenza avrebbe chiesto cemento a vista tra murature medievali. Ma è solo un “si dice”, tutto da verificare.

Segue un’osservazione relativa a queste “superfetazioni” a proposito delle quali “sarebbe interessante sentire il parere dei tecnici, architetti, critici d'arte che ci leggono”, commenta l’ingegnere. Conclusione problematica, non irrilevante: “Come conciliare tanta arditezza con altrettante chiusure in numerose altre occasioni? Cosa sta cambiando, da quando non potevi inserire nulla in un contesto storico di quel peso e di quel valore?”.

Considerazione che offriamo all’attenzione dei lettori. Molti dei quali sanno bene che, per murare un mattone  nel Centro storico, occorrono valanghe di controlli e di autorizzazioni. Dal canto suo, l’architetto Paolo Lattaioli, sempre su social, ricorda una sua antica proposta (a nostro avviso, interessantissima e coerente con la storia cittadina) di “utilizzare prevalentemente gli Arconi quale luogo in cui sistemare, con profitto urbano, pezzi della preziosa Gipsoteca della nostra Accademia di Belle Arti. Una raccolta ricca anche di opere "monumentali" (come l’Ercole Farnese, ndr) la cui presenza, dietro le gradi vetrate, si sarebbe potuta percepire e ammirare anche dal pubblico piazzale della Rupe”.

Perfino ovvia e coerente la conclusione: “Per la città sarebbe stata forse una occasione in più di mostrare una parte dei suoi "gioielli" e per la moderna Accademia un po' il ritorno al suo illustre passato”. Dal canto suo, un vero conoscitore della storia della Vetusta, il medievista Franco Mezzanotte, la vede così: “Alla base c'è la scelta sbagliata di fare una biblioteca sotto o dentro gli arconi. Quello sta diventando il portone di ingresso a Perugia per chi usa il minimetrò… Era il luogo ideale per mostre temporanee, sull'artigianato artistico, un sano antiquariato e mille altre cose che avrebbero coinvolto molto di più”. Difficile non essere d’accordo.

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