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Cronaca

Capitale della Cultura, Perugia2019 è già in pista: 30milioni di investimenti

Presentato in via ufficiale, a pubblico e istituzioni, il progetto di Perugia2019 Capitale europea della cultura, grandi gli investimenti previsti per una 'competizione' che vedrà coinvolte 24 città italiane oltre a Perugia

Dopo mesi di preparazione, di polemiche, di cambi di logo e nomi, non si può più tornare in dietro. E in una sala dei Notari gremita di cittadini e moltissime autorità è stato presentato pubblicamente e in maniera ufficiale il progetto di candidatura di "Perugia2019 con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria" a Capitale europea della cultura, una sfida che vede concorrere con Perugia altre 24 città.

Un incontro, quello di venerdì 27 settembre, che ha aperto le tre giornate dedicate alla città e alla sua candidatura ricche di iniziative ludico-culturali che hanno animato il centro storico, da piazza IV Novembre a piazza della Repubblica, dai giardini Carducci a corso Cavour. La presentazione del progetto con cui Perugia punta al titolo è stata affidata al giornalista Antonio Lubrano, umbro d’adozione. Insieme ai sindaci dei comuni che hanno aderito alla fondazione Perugiassisi2019, il presidente Bruno Bracalente, la presidente della regione Umbria Catiuscia Marini, i due sindaci di Perugia e Assisi Wladimiro Boccali e Claudio Ricci, l’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco.

"Un progetto a cui la Regione - assicura la presidente Marini, la prima a prendere la parola – tiene molto. Oggi usciamo dal territorio, dalla città e dalla regione. Abbiamo ambizione, coraggio di vincere questa scommessa perché il progetto è realizzabile e farà parte del programma regionale previsto per il 2014-15. La fondazione oggi ha più di 100 soci, questo a dimostrazione che non c'è Perugia da sola ma c'è tutta l'Umbria. In questo programma non c'è solo la storia e il passato di una terra che ha investito sulla cultura ma un pensiero al suo futuro. C'è la volontà di creare e produrre cultura in quei luoghi di Francesco d'Assisi”.

Il presidente Bracalente ha voluto evidenziare il grande coinvolgimento di tutta la comunità come "segno di una grande aspettativa della città e dell’Umbria", illustrando poi il progetto: "La partecipazione è la parola chiave della candidatura fin da quando i due comuni, Perugia e Assisi, decisero di creare una fondazione di partecipazione, strumento di coinvolgimento sella società. Il coinvolgimento è importante perché non si può pensare di costruire questo tipo di progetto dall'alto".

Il lavoro, già online e spedito alle altre città concorrenti, prevede una città centrale dell'Umbria policentrica e propone visione alternativa della città media europea. Una città intelligente, 'smart' ma diversa dalle metropoli super tecnologiche. "Una città che vuole riordinare il paesaggio urbano in cui alle università è affidato un ruolo molto più strategico rispetto al passato perché sono l’agente principale di creatività e rigenerazione urbana". Gli investimenti, suddivisi in rigenerazione e creazione infrastrutture culturali e potenziamento mobilità alternativa urbana, previsti dal progetto ammontano a circa 200 milioni di euro. Una rete con al centro il progetto dell’ex carcere di piazza partigiani, simbolo della candidatura, da luogo di costrizione a luogo di libertà delle idee.

Un programma culturale sobrio nei costi (30 milioni di euro gli investimenti previsti), introdotto da Arnaldo Colasanti, direttore artistico di Perugia2019, che ha ricordato come "la candidatura è grande possibilità per riprogettare il paese intero" e come una delle visioni di Perugia offerte dal progetto, 'la città delle idee' si basa sulla processualità della cultura che avviene attraverso l'incontro e il dialogo. "Noi non facciamo eventi – ha specificato Colasanti - ma cose che diventeranno utili a chi verrà".

Ha ringraziato pubblicamente i sindaci dell’Umbria, Wladimiro Boccali e in particolare Claudio Ricci che aveva prima di lui aveva intrapreso il percorso di candidatura. "Il primo punto del progetto era: lavoriamo insieme. L’obiettivo - ha dichiarato Boccali - al di là nostro mandato e del ruolo istituzionale, è stato fin da subito quello di allungare lo sguardo contro la retorica del declino. Il dossier da oggi non è un libro dei sogni ma uno strumento per fare concretamente. Il 2019 è l’anno dell’Italia un’occasione che può essere un parco progetti per le città candidate , dove i dossier diventano strumenti che stimolano noi tutti a misurarci nella pianificazione strategica". Anche il sindaco di Assisi Ricci punta sul "dossier come strumento utile non solo per superare la prima fase di selezione ma come progetto già esistente che ciascuna istituzione dovrebbe utilizzare inserendolo negli strumenti di programmazione operativa. Il dossier ci porta ad essere capitale noi sindaci lo inseriremo nella progettualità dei nostri comuni".

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