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Cronaca

IL PERSONAGGIO Corciano onora Giovagnoni, nel centenario dalla nascita, con la sua mostra più bella

Corciano onora Giovagnoni, nel centenario dalla nascita, con la sua mostra più bella. Non ce ne sarà mai una uguale. "Giovagnoni: 100 anni fra scultura e scrittura" suscita ammirazione e meraviglia. Ne hanno preso le redini un poker di esperti. In primis Massimo Duranti, che dello scultore si era già occupato, con passione e cognizione di causa, in precedenti occasioni. In questo caso, lo racconta in catalogo con un corposo saggio in cui ne scandisce la tipologia di produzione, proponendone una raffinata diegesi: dal nudo al sacro, dalle medaglie ai guerrieri “dormienti” (in una dimensione cristiana, ispirata da animo decisamente pacifista e nonviolento). Fino all’interesse e all’attitudine per la scrittura in dialetto e in italiano standard. Dà man forte al massimo critico dottoriano, Alessandra Migliorati con specifico riferimento alla dimensione del sacro.

Mostra Govagnoni: le opere

Collaborano all’impresa Autora Roscini Vitali, con uno studio sul femminile e, in appendice, Andrea Baffoni che traccia un quadro esaustivo bio-bibliografico ed espositivo. Il catalogo, esemplare, è impreziosito da una testimonianza degli affetti da parte dei figli Elisabetta e Claudio. In premessa una nota del sindaco di Corciano, Cristian Betti, e un contributo del presidente della Pro Loco Luca Rossi. Il catalogo esce per i tipi di Bertoni, con foto e materiali di qualità. Ma veniamo alla mostra che si dipana nella ex chiesa di San Francesco e al Vecchio Mulino. Vari i materiali: marmo, bronzo, legno, gesso e terrecotte con le straordinarie patinature, metallo brunito. Oltre a bassorilievi e tuttotondo, straordinaria la medaglistica in cui Artemio eccelleva in modo particolare. La sezione ritratti include Nicoletta Schucani, Padre Angelini, Gerardo Dottori e altri personaggi pubblici e privati.

Una vera chicca la ricostruzione di un angolo di lavoro, col camice e gli attrezzi: un’installazione che prevede anche la presenza dell’unica tela dipinta da Giovagnoni in un ritratto di piccolo formato e di rara efficacia. Come sono preziosi gli studi in pastello di figure cui dare corpo e rilievo. Idea geniale, questa di Massimo, che si conferma uomo di raffinato sentire. Ho visitato la mostra con Massimo Duranti che si è premurato di proporre scene e rivelare retroscena, con una generosità piuttosto rara nel mondo dei curatori. 

Gli debbo informazione, formazione, commozione. Soprattutto mi ha toccato il nesso acuto che propone tra “Ragazza seduta” (un bronzo di 100 centimetri, del 1967) che ha legato a un’esperienza erotico-sentimentale narrata da Artemio dentro “Stoj!”. Un incontro d’amore e di sesso, raccontato con animo gentile. A riprova di come, anche tra gli errori/orrori della guerra, nel cuore dell’uomo possa albergare la sete inesausta d’amore. Quando chiama a muto testimone la comprensione e la pietà. Grazie a Corciano per questa iniziativa che onora la sua storia di cultura popolare e tradizione alta. Orgoglio corcianese.

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