Perugia piange la morte di Umberto Veronesi: "Orgogliosi di avergli donato le chiavi della città"
Il dolore del professor Antonio Rulli e di tutto l'ospedale di Perugia: "E' stato Maestro di scienza e di vita"
Anche l’Umbria esprime, attraverso i medici che lo hanno conosciuto e che con lui hanno collaborato, sentimenti di dolore e profonda riconoscenza al Professor Umberto Veronesi, maestro dell’oncologia moderna, scienziato che ha rivoluzionato le tecniche chirurgiche nella cura del tumore al seno.
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A farsi portavoce dell’insegnamento che Veronesi ha trasmesso a più generazioni di chirurghi, è il professor Antonio Rulli, responsabile della Breast Unit dell’azienda Ospedaliera di Perugia e presidente del Comitato Umbria della Lega Italia per la lotta contro i tumore: “Per 25 anni ho avuto l’onore di frequentare il professor Veronesi, che considero mio maestro nella attività assistenziale e nella ricerca; la sua scomparsa è motivo di dolore e disorientamento, ma i suoi insegnamenti ci indicano in modo chiaro il percorso da lui intrapreso molti decenni fa. La città di Perugia – sottolinea Rulli- ben conosce l’illustre oncologo, tanto è vero che nel 1992, in occasione di uno storico convegno di studiosi sul carcinoma della mammella, gli consegnò, sindaco Mario Valentini, il prestigioso riconoscimento delle chiavi della città, anche in considerazione dei suo trascorsi universitari, frequentando la struttura di Anatomia Patologica dell’Università degli studi di Perugia nel 1958”.
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Il professor Rulli, in una nota diffusa dall’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, ha manifestato, anche a nome del Gruppo Multidisciplinare di patologia della mammella del Santa Maria della Misericordia, sentimenti di cordoglio e di stima infinita alla famiglia dell’illustre scienziato: “Qualunque medico si occupi di patologia neoplastica, riconosce al Professor Veronesi l’insegnamento trasmesso sulla dignità della cura , sull’importanza della multidisciplinarietà e sulla speranza nella ricerca: infatti il suo motto era “ si cura meglio dove si fa ricerca”.
