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Cronaca Gualdo Tadino

Uccisa a coltellate dal fidanzato, il killer: "Prima l'ho colpita, poi le ho tagliato la gola"

Ieri in aula la testimonianza choc di Danut Barbu, l'uomo che uccise Ofelia Bontoiu l'8 marzo del 2014

E' l'8 marzo del 2014. Ofelia Bontoiu e Danut Barbu si incontrano in una stanza di un piccolo hotel, situato nel cuore di Gualdo Tadino. Litigano. Lei scappa e poi torna. Infine viene colpita e in seguito sgozzata dal fidanzato. Ma cosa successe nelle ore precedenti alla tragedia? È questo che la Corte d'Assise presieduta da Gaetano Mautone, a latere il giudice Luca Semeraro, cerca di comprendere. Antonio Cozza Pietro Morichelli.

Ieri si è tornati in aula. Durante l'udienza è stato ascoltata il lungo e raccapricciante racconto del killer. Dettagli già emersi in aula durante la ricostruzione degli ultimi attimi di Ofelia. Danut Barbu ha nuovamente ripercorso quei tragici momenti e la violenza dell'efferato gesto. Ma è proprio ascoltando la testimonianza del killer che rimane ancora aperta una domanda essenziale: il killer premeditò l'assassinio della fidanzata oppure no? Dal racconto dell'uomo non sembra che si trattò di omicidio premeditato, ma questo dovranno deciderlo i giudici.

Le scorse udienze - Le immagine di quel corpo senza vita, mutilato da un taglierino, comprato solo poche ore prima dall'assassino, sono la prova provata dell'efferatezza del gesto. Ofelia rientra nella camera dopo una furente litigata con Barbu. Lui la sorprende alle spalle e con una mensola la colpisce alla nuca. Un colpo così violento da far saltare tre denti e procurarle una vasta ferita sopra il collo. Dopo averla stordita, prende il taglierino e la sgozza. Una volta uccisa, il killer è pronto a morire. Si taglia le vene e aiutato da una fortissima dose di psicofarmaci, riesce a compiere il gesto in uno stato di assoluta incoscienza. Lo stesso stato incoscienza con il quale avrebbe potuto uccidere anche Ofelia.

Vaga per la stanza. Si struscia ai muri e infine si posa sul letto, al fianco del corpo ormai senza vita di Ofelia. “Ho sentito uno strano rumore”, afferma in aula la proprietaria del piccolo albergo. “Sono andata ad aprire – continua a raccontare alla Corte – e ho visto delle macchie di sangue". Attimi di terrori che si tramutano in incubo. “Lei conosceva quella ragazza?”, chiede il pm Paolo Abbritti. “L'avevo vista solo alcuni giorni prima”, risponde lei. Poi precisa, incalzata sempre dalle domande del pm,: “Lui (indicando Danut Barbu seduto nella cella del tribunale, ndr.) mi ha riferito che tra loro c'erano alcuni problemi. Mi disse che forse lo prendeva in giro”.

Ma c'è ancora quel particolare a destare dei dubbi sulla sanità mentale dell'assassino: la corda trovata appesa a un albero. La stessa che sarebbe stata messa lì due mesi prima dell'omicidio dall'assassino. Danut Barbu aveva, infatti, intenzione di togliersi la vita già da tempo, come confermato in aula oggi dal nuovo testimone. La vera domanda è quindi: Danut Barbu aveva premeditato l'omicidio o comprò il taglierino per tagliarsi le vene? E ancora, se Ofelia non fosse tornata indietro, l'uomo avrebbe comunque ucciso la vittima o l'avrebbe fatta finita? I due avevano deciso di partire per Londra. Ma qualcosa deve essere scattato nella mente dell'uomo. Cosa?

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