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Cronaca

"Io condannato a 12 anni? Neanche sapevo dei processi", ma gli atti lo smentiscono: erano direttissime dopo l'arresto

Per i giudici di Cassazione sapeva bene delle udienze perché era in aula: condanna confermate

“Io condannato? Non sapevo neanche dei processi”, ma le sentenze a seguito di direttissima dopo l’arresto lo smentiscono.

Un 38enne kosovaro ha presentato ricorso per Cassazione contestando l’arresto e l’estradizione in Italia dove è chiamato a scontare una condanna a dodici anni, dieci mesi e venti giorni di reclusione, oltre a 61.000 euro di multa a seguito di tre sentenze passate in giudicato.

Il ricorrente ha sostenuto di essere venuto a conoscenza della condanna definitiva solo al momento dell'arresto, avvenuto in Belgio, in forza del provvedimento di cumulo emesso dal Procuratore generale presso la Corte di appello di Perugia.

Per i giudici di Cassazione il ricorso è inammissibile in quanto le sentenze di condanna non sono state pronunciate in contumacia dell’imputato, presupponendo in maniera errata che non fosse a conoscenza dei procedimenti. Dagli atti risulta, infatti, che il ricorrente era presente in due dei tre procedimenti per direttissima a seguito del suo arresto. Mentre per il terzo processo aveva nominato due difensori di fiducia, quindi era informato.

Da qui il rigetto del ricorso e la condanna al pagamento di 3mila euro alla Cassa delle ammende.

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