Invia foto hot della figlia piccola all'amico di chat, mamma resta in carcere
Rigettata dal gip l'istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa. Il perito: "Disturbo cognitivo e semi incapacità di intendere e di volere"
Vulnerabile. Una facile preda non pienamente consapevole della gravità delle sue azioni, fatte per assecondare l’uomo di cui si era invaghito. Lo stesso che sarebbe arrivato a chiederle foto “spinte” di sua figlia di appena sette anni. E’ quanto emerge da una delicata e dolorosa vicenda che vede al centro una mamma umbra di quarant’anni, arrestata nel maggio di quest’anno per detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale su minore.
Accuse pesantissime e per le quali è stata chiesta da parte della difesa – avvocati Alessia Modesti e Francesco Narducci- la consulenza dello psichiatra Tarciso Radicchia che ha evidenziato “la semi incapacità di intendere e di volere dell’indagata”. Un “disturbo cognitivo” in linea anche con la consulenza dei medici del carcere, che hanno valutato la donna attraverso una lunga serie di colloqui di natura psicologica e psichiatrica.
Intanto il gip Lidia Brutti ha rigettato l’istanza di revoca della misura custodiale del carcere con i domiciliari avanzata dalla difesa che ha tenuto a sottolineare l’impossibilità per la loro assistita di reiterare il fatto, dal momento che la piccola è stata affidata alle cure del padre. Intanto il pm titolare delle indagini, Massimo Casucci, ha chiesto che si proceda per incidente probatorio. Il giudice si è riservato la decisione.
Ma c’è un'altra figura al centro della vicenda. E’ un brindisino 50enne, l’uomo che – approfittando di una personalità fragilissima e della solitudine della donna- l’avrebbe plagiata al punto di prometterle amore dietro richieste assurde. Inaccettabili. I due, conosciuti attraverso un sito d’incontri, dopo alcune conversazioni e una simpatia iniziale iniziano a stabilire un contatto più frequente. Poi, con la promessa di un incontro in città l’uomo chiede alla donna di inviarle foto della figlia, ma non scatti qualsiasi. La situazione degenera, e quelle foto "spinte" e video vengono inoltrate tramite whatsapp. Tutto è scaturito dopo la segnalazione alle forze dell’ordine da parte di una chiromante a cui la donna si sarebbe rivolta, lasciando trapelare alcuni particolari di questa agghiacciante vicenda.