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Cronaca

L'oro dell'Umbria è il turismo: visitatori record nel 2021, il dati migliore degli ultimi 8 anni. Gli esperti "Ha funzionato la promozione regionale"

Una cosa è chiara: il settore turistico umbro ha un enorme potenziale di crescita, come emerge dai dati sopra riportati. L'inchiesta: ecco però i punti di debolezza che frenano l'avanzata del turismo di casa nostra

L’estate 2021 si è rivelata, al di là di ogni previsione, una delle migliori stagioni turistiche degli ultimi anni. E’ sicuramente vero che il 2020 va considerato come un anno a sé stante, in quanto fortemente influenzato dalla pandemia. Ma anche analizzando i dati degli ultimi anni, il trend decisamente positivo registrato in Umbria spicca nitido. Giugno scorso ha registrato 159.950 arrivi ed è risultato migliore di quello del 2020 (74.118), con un aumento di 85.832 unità, anche se ancora distante dai dati del 2019 (260.127). Ma, già a luglio 2021 si ha un primo risultato molto positivo; gli arrivi sono andati meglio del 2019: circa 263.602 a fronte di 261.681. 

Poi ad agosto rispetto al 2019 si è avuto un incremento notevole sia di arrivi (+50.352), sia di presenze (+181.938) e sia di permanenza media giornaliera, cioè il rapporto tra il numero di notti trascorse (presenze) e il numero di clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi), che si è attestato intorno al 3,33. Inoltre, non va trascurato che già agosto 2020 era andato molto bene rispetto al 2019: gli arrivi avevano fatto registrare un +46.792 e le presenze un +10.487. Come va la situazione rispetto agli ultimi otto anni? Per il periodo 2013-21 si hanno valori omogenei tra loro e quindi confrontabili.

La cosa che salta subito agli occhi è che agosto 2021 ha fatto segnare un record dei flussi turistici rispetto a tutti e otto gli anni precedenti, sia in termini di arrivi totali (813.528) che di presenze totali (456.082). Volendo fare qualche esempio si vede che: rispetto al 2019 gli arrivi sono cresciuti del 14,8% e le presenze del 16,3%; rispetto al 2018 gli arrivi sono cresciuti del 18,5% e le presenze del 18,0%; rispetto al 2017 gli arrivi sono cresciuti del 36,2% e le presenze del 30,9%; e così via.

“Di fronte a questi valori, non si può non riconoscere che la crescita è stata decisamente consistente – ha scritto Giuseppe Coco, ricercatore di Agenzia Umbria Ricerche e studioso di materie socio-economiche -. Una crescita che non è figlia del caso. Sui dati, sicuramente, ha giocato un ruolo importante la campagna promozionale voluta dalla Regione. Una campagna che non è passata certo inosservata e che, come direbbe un sociologo di razza, col suo essere disturbante e divisiva ha centrato l’obiettivo entrando nell’immaginario dei turisti (e non solo)”.

Una cosa è chiara: il settore turistico umbro ha un enorme potenziale di crescita, come emerge dai dati sopra riportati. Il territorio umbro è molto dotato sotto un profilo culturale, artistico, storico, ambientale. L’Umbria è un luogo molto attrattivo ma non frequentato dai turisti tanto quanto meriterebbe a causa di tutta una serie di fattori che lo penalizzano. Fattori arcinoti rispetto ai quali la politica, in primis, è chiamata a favorire un cambiamento. Ci sono da colmare dei divari infrastrutturali che pongono la regione in svantaggio rispetto ai principali competitor.

L’Umbria soffre della debolezza delle sue aree urbane. Giacimenti senza robusto sistema produttivo e paesaggio senza centralità urbana non sono la giusta direzione per investire sulla cultura, fare Prodotto interno lordo (Pil) e creare lavoro. Non è pensabile nemmeno pensare di cavarsela soltanto con la politica degli eventi, che se non inquadrata in un contesto di politiche per lo sviluppo urbano più ampio, è scarsamente utile per il ritorno in termini di sistema produttivo e quindi di crescita.

Prima dei turisti occorre attrarre investimenti e capitale umano e la città si deve dimostrare all’altezza della sfida, facendosi motore della ripartenza. Qualcosa si sta già muovendo e in mezzo a tante difficoltà i segnali positivi non mancano. Nell’ambito del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (Pnrr) ci sono diversi investimenti destinati al comparto Turismo e cultura. Il traguardo da raggiungere è quello di innalzare la capacità competitiva del settore.

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