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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Accoltellamento a San Feliciano, rimessi in libertà i due fermati: "Non c'è pericolo di fuga e dubbi sulla versione degli aggrediti"

Sentita anche la ex moglie, accusata di aver organizzato la spedizione punitiva: "Ero in auto e loro sono entrati per comperare una pizza, poi ho sentito le urla". Per il gip va approfondita la posizione dei due fratelli feriti

Non sussiste il pericolo di fuga solo perché i due fermati siano stranieri, ben evidenziata dal fatto che a nove giorni dall’accoltellamento non si siano allontanati dalla loro residenza. Non si ravvisano indizi se non nelle dichiarazioni delle persone accoltellate che presentano “evidenti e gravi motivi di astio”. Per questo motivo il giudice per le indagini preliminari ha liberato i due egiziani fermati giovedì scorso per i fatti avvenuti in un ristorante di San Feliciano.

Secondo il gip i due egiziani, difesi dagli avvocati Gianni Dionigi e Valerio Collesi, non si sono allontanati dalle loro abitazioni, non hanno messo in atto nessun piano di fuga e “dei tre coltelli che le due testimoni hanno dichiarato di aver visto, solo uno è stato ritrovato” nonostante una testimone dica che sia stato lasciato davanti all’ingresso della pizzeria.

Sempre secondo il giudice “sarebbe opportuno approfondire la condotta dei due” fratelli aggrediti “che hanno gravi dissapori connessi alla separazione” con la donna che sarebbe accusata di aver organizzato la spedizione punitiva con il nuovo compagno, egiziano e amico dei due fermati (la donna è ai domiciliari in una struttura sanitaria dopo l’incidente occorso durante la fuga, mentre il compagno è in carcere per le ferite inferte all’ex marito della donna).

A casa dei due fermati non sono stati trovati abiti sporchi di sangue, tanto meno dei coltelli macchiati di sangue. Entrambi sono incensurati e vivono in Italia da anni. Il gip sottolinea che i due, inoltre, non sapevano nulla della presunta spedizione punitiva e che volevano solo comperare una pizza. Anche nella descrizione di come erano vestiti gli aggressori i testimoni non hanno saputo dire se non che qualcuno “indossasse dei jeans strappati”. Per questi motivi, quindi, il giudice non ha convalidato il fermo e rimesso in libertà i due.

La ex moglie di uno dei ristoratori aggrediti è stata sentita dal gip nell'interrogatorio di garanzia e ha respinto le accuse di aver partecipato all'accoltellamento, tanto meno di aver organizzato la spedizione punitiva nei confronti dell’ex marito e dell’ex cognato con il quale ormai è in corso una battaglia legale a colpi di querele e procedimenti.

Dal letto della rsa in cui è ricoverata la donna, difesa dall’avvocato Cinzia Cassisa, ha detto di essere rimasta in macchina mentre gli egiziani entravano nel locale per ordinare una pizza e che quando ha sentito le urla e i litigi è intervenuta solo per sedare la rissa.

Per il giudice per le indagini preliminari appare irragionevole la dinamica raccontata dalle vittime e dalla loro famiglia sulle origini dell'aggressione. Secondo il gip non può essere stata provocata dalla nuova denuncia fatta nei confronti della donna, ritirata poco prima nella caserma dei Carabinieri. Da approfondire, secondo il giudice, la posizione dei due fratelli che prima di essere feriti hanno partecipato alla lite armati di un coltello e di un mattarello.

Avvocato Gianni Dionigi-2

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