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Cronaca

Perugia, morto per un ago nei polmoni: sette medici indagati per omicidio colposo

Il paziente si doveva sottoporre a un intervento al setto nasale, ma già durante l'anestesia si erano verificate delle complicazioni

Morto per un ago da insulina nei polmoni, la Procura di Perugia ha chiuso le indagini a carico di sette medici del Santa Maria della Misericordia per il decesso di Vincenzo Bosco. Si tratta di quattro anestesisti e tre otorinolaringoiatri ai quali viene contestato l’omicidio colposo e la responsabilità colposa in ambito sanitario e un falso documentale.

Secondo la Procura l’uomo sarebbe “morto a seguito dell’induzione di anestesia in sala operatoria, nelle fasi preliminari all’esecuzione di operazione chirurgica al setto nasale, a causa di grave insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite, favorita dalla presenza di corpo estraneo in polmone, rappresentato da un ago da insulina”.

Per l’accusa i medici avrebbero potuto accorgersi della presenza dell’ago con una radiografia, che però non sarebbe stata fatta “con condotte colpose omissive autonome, negligenti ed imprudenti” che si assommerebbero alla decisione di sottoporre il paziente ugualmente all’intervento “senza attendere un congruo termine tra l’intervenuta positivizzazione al Covid-19” e la stessa operazione chirurgica. Comunicazione dell’infezione al Coronavirus che sarebbe stata omessa ai medici di sala operatoria.

Il falso, infine, riguarderebbe un modulo preoperatrorio nel quale sarebbe stato scritto che le informazioni sulla salute del paziente erano state fornite da un medico non presente alla compilazione.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Maria Bruna Pesci, Ermes Farinazzo, Delfo Berretti, Giancarlo Viti, Giovanni Spina e Federica Pala.

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