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Cronaca

Affido condiviso e niente mantenimento, la Corte d'appello conferma i diritti di un padre

Disposto l’affido del figlio minorenne con tempi paritetici tra i genitori e, sotto il profilo economico, il mantenimento diretto

L'affido condiviso e il collocamento del minore con tempi paritari tra i due genitori esclude, di fatto, il pagamento del mantenimento da parte di uno dei due genitori: anche i giudici di appello confermano la sentenza del giudice del Tribunale civile di Perugia in merito alla separazione tra due coniugi con i figli che erano stati dati in affido condiviso con collocamento presso la madre.

Il giudice di secondo grado, rigettando il reclamo proposto dalla madre, ha confermato quanto deciso dal Tribunale di Perugia e, quindi, l’affido del figlio minorenne con tempi paritetici tra i genitori e, sotto il profilo economico, il mantenimento diretto.

Metà settimana con mamma e l'altra con papà: non c'è più obbligo di mantenimento

“L'iter logico-giuridico seguito dal Tribunale di Perugia mi era parso da subito inattaccabile. E la Corte d'Appello bene ha fatto a rigettare nel merito il reclamo della madre, confermando quindi che l'interesse superiore del figlio sia quello di stare con entrambi i genitori secondo tempistiche paritarie – commenta l’avvocato Simone Marchetti, difensore del padre - Parimenti ineccepibile la statuizione sul mantenimento diretto, anche perchè se i genitori hanno redditi ed oneri simili, come nel caso di specie, non si capisce a che titolo uno dei due debba versare all'altro una somma di denaro. L'auspicio, pro futuro, è che l'affido paritetico e, conseguentemente, il mantenimento diretto possano diventare la regola e non più l'eccezione, come purtroppo avvenuto sinora".

Avv. Marchetti Foto 2-3All’inizio della separazione al padre spettavano i fine settimana alternati e un pomeriggio a settimana, con l'imposizione di contribuire al mantenimento del bimbo. In attesa della sentenza di divorzio la situazione era cambiata, con il minore che aveva chiesto di poter passare più tempo con il padre, fermandosi a casa sua per 3 giorni alla settimana, di comune accordo con la madre.

Preso atto della nuova situazione il giudice civileaveva disposto il collocamento del bambino presso il padre e la madre secondo tempistiche paritarie. In considerazione dei redditi di entrambi, pressochè omogenei, aveva anche revocato il mantenimento a carico del padre disponendo il cosiddetto mantenimento diretto: ovverosia ciascun genitore, nel periodo di permanenza del bambino presso di sè, provvede a tutto l'occorrente senza pagare alcun assegno all'altro.

La madre, rappresentata dall'avvocata Elisabetta Gizzi ha presentato reclamo davanti alla Corte d'Appello di Perugia, ma il giudice ha confermato la decisione del primo grado.

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