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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Covid, al Sodalizio di San Martino la sala degli abbracci per non essere più soli: ecco come funziona

Funziona alla grande la sala degli abbracci. Fra desiderio di affetto e tenerezza. Il viaggio del nostro Inviato Cittadino

Sodalizio di San Martino. Funziona alla grande la sala degli abbracci. Fra desiderio di affetto e tenerezza. “La pandemia ci ha costretto a cambiare abitudini e a convivere con la paura del covid”, premette Debora, accompagnando l’Inviato Cittadino nel luogo degli incontri tra assistiti e familiari. “Sia noi operatori che i residenti ci sottoponiamo settimanalmente a tampone e, fino ad oggi, non uno di noi ha contratto l’infezione”, aggiunge, sottolineando la necessaria prudenza assunta dai responsabili della struttura come atteggiamento costante e positivo. Poi arriviamo al piano del teatro, esattamente all’ingresso, di fronte alla biglietteria.

4 l'angolo col pianoforte-2Come avviene l’incontro?
“I nostri assistiti scendono da dentro, in ascensore o a piedi, mentre amici o familiari interessati all’incontro passano da fuori”.
Come si procede?
“Niente è lasciato al caso. Si fissano appuntamenti. Stamane, per esempio, è previsto un incontro, come concordato con l’assistente sociale”.
Come ci si saluta?
“L’assistito si siede da questo lato, mentre il familiare, dalla parte opposta, infila le braccia in questi manicotti, attraverso i quali avviene il contatto”.

Che scene vedete?
“Naturalmente, manifestazioni di una gioia che è tanto più grande quanto più l’incontro è desiderato e atteso. Ma niente di teatrale, come nello spot 2 I lavoretti appoggiati sul tavolo-2visto in tivù, dove gli effetti drammatizzano inutilmente”.
Il luogo è accogliente. Sul lato visitatori un pianoforte verticale e, appoggiati sopra un tavolo, i lavori che gli anziani hanno realizzato con un’animatrice. Sul lato anziani, appese al muro, delle foto che ritraggono persone di casa e ricoverati. Un tazebao che racconta affetti e desideri.

Tutto è in ordine, curato, pulito. Come si conviene a un luogo di accoglienza. Fedeli al motto che recita “Maxima canis reverentia debetur”. Che non richiede rispetto per i cani (anche per quelli!), ma per le persone “canute”, ossia per gli anziani. Perché la civiltà si misura dal rispetto dovuto alla persona. E, in primis, a chi è più avanti nel percorso della vita.
 

3 Le immagini appese al muro-2

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