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Cronaca

Caso Procure, Palamara: "Estraneo ai fatti, lo conferma anche la lista dei testimoni dell'accusa"

Iniziato a Perugia il processo per rivelazione di segreto d'uffico a carico dell'ex magistrato e dell'allora pm di Roma, Fava

Estraneo ai fatti, sicuro di dimostrarlo in dibattimento. Una convinzione che Luca Palamara, ex magistrato ed ex componente del Csm, ha ribadito prima che l’udienza iniziasse e poi ai giudici di Perugia che lo dovranno giudicare per l’accusa di rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio.

“Voglio dichiarare in apertura la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati rafforzata ancora di più dal deposito della lista testi dell’ufficio di procura nella quale non rinvengo un teste che dovrebbe riferire sul conto della mia persona, per fatti e vicende che non mi riguardano come emerge dai fatti – ha sostenuto Palamara facendo dichiarazioni spontanee - Questo io ci tengo a dirlo in apertura del dibattimento perché penso di dover rispondere dei comportamenti che mi vengono contestati e non di quelli che non ho fatto”.

IL VIDEO - LE DICHIARAZIONI DI PALAMARA

Con lui è imputato l’ex pm di Roma, Stefano Rocco Fava. Oggi, in via XIV Settembre, la prima udienza del procedimento, aggiornato al 2 febbraio per conoscere la decisione della corte sulle eccezioni sollevate in particolare dalla difesa di Fava. Eccezioni, nello specifico, relative alla costituzione di parte civile dell’associazione Cittadinanzattiva e del procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, individuato come persona offesa in quanto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il comportamento non corretto di Fava, specificatamente l’introduzione illecita nei sistemi informatici che gli viene contestata, sarebbe stata mirata a danneggiare lui e l’allora procuratore di Roma, Pignatone. Alla richiesta di costituzione civile di Cittadinanzattiva e Ielo si è opposta la difesa di Fava, sostenendo che per la prima manca “l’essenzialità nel perseguimento dello scopo”. Per Palamara, sempre nelle dichiarazioni spontanee, “nella lealtà processuale che dovrebbe contraddistinguere tutte le parti mi sarei aspettato un riferimento all’impegno che l’Anm, da me presieduto aveva avuto nel coinvolgere la stessa Cittadinanzattiva nelle iniziative a sostegno della legalità mentre per il secondo “non si ravvisano i presupposti affinché sia riconosciuto come persona offesa relativamente alle ipotesi di accusa formulate”. All’eccezione si sono opposti le parti e la Procura.   

L’illecito contestato ai due imputati ruota intorno all’ipotesi che Palamara abbia rivelato ai giornalisti de Il Fatto Quotidiano e de La Verità la notizia “che Fava aveva predisposto una misura cautelare nei confronti di Amara (avvocato siciliano al centro di varie vicende giudiziarie, ndr) per il delitto di autoriciclaggio e che anche in relazione a tale misura il procuratore della Repubblica non aveva apposto il visto”.   

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