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Cronaca

Aggressioni, tentati suicidi e cellulari nascosti in cella a Capanne: la denuncia dei sindacati di Polizia penitenziaria

Il sindacato Sappe chiede al Ministero un tavolo di confronto per i problemi legati al regime detentivo e agli istituti di pena

Un agente aggredito e ferito con ricovero in ospedale, il tentato suicidio di un detenuto sventato in tempo dalla Polizia penitenziaria, due telefoni cellulari trovati in una cella. È il resoconto di una giornata qualsiasi nel carcere di Capanne di Perugia segnalati dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe e che hanno portato alla richiesta di un tavolo operativo per dare soluzione alle continue criticità carcerarie.

“Questa mattina, in una perquisizione al Reparto circondariale nella sezione a regime detentivo ‘aperto’ sono stati rinvenuti due cellulari, uno dei quali uno smartphone di ultima generazione - dichiara Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe - I cellulari sono stati trovati nella grata della cella stessa. La cella era occupata da due italiani. Il detenuto accusato dell'illecito ha cercato di impiccarsi, ma per fortuna è stato immediatamente soccorso e messo in salvo ed è guardato a vista da un sovrintendente. Dopo circa una mezz'ora, senza nessun motivo specifico, si è scagliato contro il sovrintendente colpendolo alla faccia. Il collega è stato portato al locale nosocomio, dove si trova tuttora”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha parole di elogio per i poliziotti che operano nelle carceri umbre: “È solamente grazie a loro se la situazione, seppur grave e critica, non degenera. Poliziotte e poliziotti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

Il Sappe denuncia ancora una volta “le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia penitenziaria in servizio in Umbra: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, senza alcuno strumento idoneo a garantire la loro stessa incolumità fisica – riferiscono i due responsabili sindacali - Crediamo che si debba con urgenza insediare al Ministero della Giustizia un tavolo operativo per trovare idonee ed urgenti soluzioni ai problemi penitenziari”.

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