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Cronaca

I furbetti della borsa di studio, fanno finta di essere poveri per incassare l'assegno

Sono otto gli studenti che la Guardia di Finanza ha denunciato dopo approfonditi controlli sulle autocertificazioni inviate all'Adisu. Hanno occultato redditi, ville, case di famiglia e anche entrate personali togliendo la borsa a chi ha veramente bisogno

Otto borse di studio sottratte a studenti che avevano realmente bisogno da chi invece con l'inganno a modificato a ribasso le ricchezze personali e il reddito della propria famiglia. La scoperta è stata fatta dalla Guardia di Finanza di Perugia che ha voluto vederci chiaro sulle autocertificazione di certi studenti che avevano un tenore di vita alto rispetto agli oltre mille  richiedenti che non potrebbero permettersi, senza sostegno dell'Adisu, studiare e costruirsi un futuro. 

Le irregolarità accertate dalle fiamme gialle attraverso la verifica delle dichiarazioni sostitutive uniche (cd. DSU) e dei relativi modelli ISEE (indicatore situazione economica equivalente) hanno riguardato sostanzialmente la mancata o parziale indicazione di redditi e di dati relativi all’effettivo possesso di patrimoni mobiliari ed immobiliari dei nuclei familiari. Ora gli otto studenti furbetti dovranno restituire tutta la borsa di studio nelle casse dell'Agenzia per il diritto allo Studio. 

Più in generale la Guardia di Finanza nei primi cinque mesi  dell’anno ha eseguito una serie di controlli nel campo delle prestazioni sociali agevolate che riguardano tutti gli aiuti economici per servizi sociali di assistenza che spettano ai cittadini che hanno diritto sulla base della loro condizione economica e sociale e che in sintesi autocertificano alcune situazioni del tipo bassi redditi, nuclei familiari numerosi, anziani.

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