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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Anche Uil contro il nuovo socio per Umbria Mobilità

Dop la Cgil anche la Uil si dice perplessa su un possibile nuovo socio in Umbria Mobilità. Per Bendini ed Emili gli attuali enti proprietari possono e devono garantire la ricapitalizzazione

"Esprimiamo forte preoccupazione per il futuro di Umbria Tpl e Mobilità, tenuto conto delle forti difficoltà finanziarie in cui versa”. Dure le parole di Claudio Bendini e Alessandro Emili, segretari regionali umbri rispettivamente di Uil e Uil Trasporti (Uilt) durante la riunione che si è tenuta a Perugia, tra le due segreterie regionali, in merito alla situazione di criticità di Umbria Mobilita e Tpl.

“La costituzione dell’azienda unica regionale – hanno commentato Bendini ed Emili – ha rappresentato un obiettivo strategico importante ed è stata presa a esempio a livello nazionale, facendo da apripista in altre regioni d’Italia. Purtroppo una gestione scellerata da parte di una dirigenza incapace e poco trasparente ha dilapidato i sacrifici di tutti i lavoratori di Umbria Tpl e Mobilità, che, responsabilmente, si sono battuti per il conseguimento del risultati ottenuti: elevati standard di produttività e costo del personale tra i più bassi delle aziende nazionali del settore”.

Le responsabilità sono da ricercare in una gestione superficiale e i sindacalisti si dicono indignati dal fatto che nessuno prenda posizione, “Non comprendiamo – hanno proseguito i due segretari - come ancora non venga fatta chiarezza sulle responsabilità di questa crisi e perché non si adottino provvedimenti per i soggetti coinvolti. Non capiamo perché si continui a tollerare la permanenza, nelle aziende controllate da Umbria Tpl e Mobilità, dei vecchi membri del Consiglio di amministrazione dell’azienda regionale, considerati responsabili dell’attuale dissesto. Tra l’altro, con lauti compensi da 150mila euro annui”.

Ma la questione principale resta la ricapitalizzazione e il fatto che alcuni enti venderanno delel quote e pobabilmente entrerà un nuovo socio: “Per quanto riguarda l’ipotesi di individuazione di un nuovo socio, da far entrare nella compagine sociale – ha sottolineato Emili – ribadiamo la nostra contrarietà. Siamo convinti che gli attuali enti proprietari, le Provincie di Perugia e di Terni e i Comuni di Perugia, Terni e Spoleto, siano in grado di garantire la copertura delle risorse necessarie per la ricapitalizzazione, così come ha fatto la Regione Umbria".

Senza comunque perdere di vista la questione romana vera chiave di volta del problema: "Solamente nel caso che, risolto il problema dei servizi romani e individuato il livello dei servizi minimi da effettuare in Umbria e le risorse necessarie per garantirli, il sistema non fosse ancora in equilibrio, potremmo analizzare la possibilità di un eventuale apporto di un nuovo socio. Sempre purché abbia tutte le caratteristiche tecniche, professionali ed economiche necessarie per costruire un soggetto industriale forte, in grado di competere nelle sfide future del trasporto pubblico locale”.

“Riteniamo – hanno concluso Bendini ed Emili – che la necessità di un nuovo socio non possa dipendere dall’incapacità di ricapitalizzare da parte degli enti proprietari. Sappiamo che chiunque investe risorse lo fa per avere utili e non per sopperire a carenze di liquidità. Ci domandiamo, per questo, quali ricadute potrebbe avere per gli utenti l’ingresso di un socio-imprenditore. Un socio potrebbe essere utile soltanto se portasse un valore aggiunto in termini di conoscenza e integrazione di servizi, tali da aumentare la capacità competitiva di tutto il sistema. Di certo non serve chi specula sul costo dei servizi per gli utenti e nemmeno chi vorrebbe comprimere le condizioni di lavoro dei dipendenti di Umbria Mobilità”.

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