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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La partigiana Mirella Alloisio all'Università di Perugia, il Rettore: "È nostro dovere custodire la memoria"

Oliviero ha ricevuto questa mattina a Palazzo Murena la professoressa Mirella Alloisio, partigiana nota come “Rossella”, genovese di nascita, perugina d’adozione, già componente del Comitato di Liberazione Liguria e Croce di Guerra al Valor Militare

"E' nostro dovere custodire la memoria". Il Rettore dell'Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, ha ricevuto questa mattina a Palazzo Murena la professoressa Mirella Alloisio, partigiana nota come “Rossella”, genovese di nascita, perugina d’adozione, già componente del Comitato di Liberazione Liguria e Croce di Guerra al Valor Militare. 

All’incontro, nella Sala del Dottorato, hanno preso parte le rappresentanze degli studenti, del personale ed esponenti della governance d’Ateneo – il Pro Rettore Fausto Elisei, i delegati Roberto Rettori, promotore dell’iniziativa, Daniele Parbuono, Mario Tosti, Paolo Belardi, Helios Vocca, Luca Bartocci, Daniele Porena. 

 “Il 16 ottobre del 1943, alle 5.30 del mattino – ha esordito il Rettore Oliviero - un commando della Gestapo entrava nel ghetto romano e operava uno dei rastrellamenti più disumani che la storia d’Italia ci ha consegnato: 1259 persone, per la maggioranza donne e bambini, venivano deportate da lì a poche ore ad Auschwitz. Soltanto pochi di loro riuscirono a sopravvivere. È una giornata che, in questo luogo, affida a tutti noi, come prima grande responsabilità, la custodia della memoria. Noi siamo innanzitutto un’istituzione pubblica e, in quanto tale, non abbiamo solo il dovere di formare ma prima di tutto di educare. Non possiamo farlo senza rispetto della memoria”.  

 “Ho stampato nella mente le bellissime parole di uno dei padri della nostra Carta costituzionale, Calamandrei – ha aggiunto il Rettore -: ‘La libertà è come l’aria: ti accorgi di quanto è importante solo quando viene a mancare’. Questo è il senso della libertà, questo è il senso dei diritti. Se oggi siamo dei privilegiati è perché, prima di noi, c’è stato qualcuno che questi valori li ha immaginati, li ha voluti, ha lottato, ha messo a disposizione la propria vita perché diventassero le fondamenta di questa nostra società”, ha continuato il Rettore ricordando l’impegno di Mirella Alloisio per il diritto di voto delle donne, ottenuto in Italia nel 1946, primo Paese d’Europa. 

“Mirella Alloisio è stata tra le più attive nella rivendicazione del diritto del voto alle donne e lo ha fatto nel suo percorso di lotta partigiana, nel suo percorso di lotta antifascista, vale a dire la base sulla quale la nostra Carta costituzionale regge fortemente - ha detto ancora Oliviero -. Vorrei che quelle parole scolpite nella sofferenza, quelle gesta eroiche, generose, delle tante persone che non ci sono più e di quelle che hanno ancora la forza di stare qui con noi oggi non diventino parole scritte in un volume relegato in un archivio: dovranno invece essere sempre il nostro faro di riferimento”.  

Il Rettore Oliviero ha quindi invitato la Professoressa Alloisio a un incontro in Aula Magna con gli studenti non appena la situazione sanitaria lo consentirà, lanciando una proposta di recupero e salvaguardia della memoria, mediante un progetto che veda il coinvolgimento di istituzioni e studenti per il restauro delle tante lapidi presenti nei centri del territorio regionale. 

 “Oggi devo dire che questo incontro mi ridà fiducia – ha detto la Professoressa Mirella Alloisio -: gli stessi sentimenti che abbiamo provato noi allora, gli stessi nostri ideali sono risuonati fortemente oggi in questa sala e quello che più mi appaga è constatare che la nostra Costituzione ci unisce così fortemente. Il nostro passato, il presente, l’avvenire dei nostri giovani è tutto racchiuso nella nostra Carta costituzionale che qui ho sentito come qualcosa di veramente vivo. Voglio ringraziare per aver avuto l’opportunità di questo incontro e sono felice di poter constatare come l’Università degli Studi di Perugia si preoccupi non solo di trasmettere le discipline, che è il compito apparente o fondamentale di un Ateneo, ma si impegni a trasmettere ai giovani l’impegno civile. Questo veramente mi fa pensare che da questa Università potranno uscire non solo dei laureati, ma dei cittadini, dei cittadini della Repubblica italiana nata nella Resistenza. Posso dire oggi che il nostro sforzo non è stato invano”. 

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