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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Perugia, sciopero generale di Cgil e Uil: lavoratori e studenti in piazza

Santo Biondo: “Lo sciopero è libertà dei lavoratori, lo sciopero appartiene alla storia democratica di questo paese”

Dall’Abruzzo alle Marche, dal Molise all’Umbria, lavoratori e studenti hanno protestato contro la manovra del governo Meloni durante lo sciopero generale indetto dalle due organizzazioni sindacali Cgil e Uil.
Anche il centro storico di Perugia, nella mattinata del 17 novembre, si è riempito di bandiere e da piazza Italia a piazza IV Novembre si è alzata una forte voce di protesta. 

I sindacati hanno deciso di scioperare perché si trovano di fronte a una situazione insostenibile: i salari sono sempre più bassi, le pensioni sono rimaste solo una promessa e la sanità pubblica è stata distrutta dalla pandemia. Questo è il quadro presentato durante la giornata, dove è stato sottolineato come il governo non sia stato in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini.

I sindacalisti hanno inoltre denunciato il tentativo di limitare il diritto di sciopero, garantito dalla Costituzione, e la segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio, si è rivolta subito all’onorevole Bocchino: “È inutile che continuiate a dividere i lavoratori come fate da tanti anni, mettendo gli uni contro gli altri. Le lavoratrici e i lavoratori sanno come stanno andando le cose e oggi in questa piazza stanno dimostrando di voler prendere in mano il proprio destino”.  

Sono molti gli interventi che si sono susseguiti in questo venerdì riscaldato dal sole e dai temi roventi. Nicola Cassieri di Uil Umbria ha posto l’attenzione sulla salute e la sicurezza: “L’attuale governo ha introdotto una serie di regolamentazione che hanno indebolito le già precarie garanzie di sicurezza e prevenzione nel mondo del lavoro. Zero morti sul lavoro non è uno slogan da campagna elettorale ma è un obiettivo che con forza reclamiamo oggi da questa piazza”. 
Le richieste sono perciò chiare: salari più alti, sicurezza sul lavoro, pensioni dignitose e una buona sanità pubblica.

Il segretario nazionale della Uil Santo Biondo ha ringraziato per la numerosa presenza dei giovani: “Non siete solo il futuro ma siete il presente e la colonna portante del nostro paese. Vi invitiamo a partecipare come avete fatto oggi e a riempire le piazze”.
Gli studenti infatti hanno manifestato in piazza Italia, dove si sono radunati prima dello sciopero, e in piazza IV Novembre, dove hanno continuato a esprimere le loro richieste.

Alice Spilla, Coordinatrice di Una Regione Per Restare, ha portato lo stendardo dei giovani sul palco: “Viviamo in una regione che giorno dopo giorno si spopola e nel mentre ci accusa di scappare via. Da sempre ci mettiamo in gioco, ci mobilitiamo e gridiamo a gran voce i nostri bisogni, le nostre aspettative e le nostre paure, non vogliamo andare via”. E ancora: “Veniamo lodati ma poi ci viene detto che le risorse non ci sono e siamo troppo giovani per capire. Vogliamo stare bene, vogliamo decidere noi sul nostro futuro, vogliamo vivere e non sopravvivere, rifiutiamo un mondo dove il benessere sta solo in tv”. 

Perugia, sciopero generale Cgil e Uil

Nicholas Radicchi, coordinatore Udu Perugia, si unisce alla forza e alle parole di Alice e sottolinea: “Abbiamo visto qui in Umbria messo in discussione l’articolo 34, quello sul diritto allo studio, quando per due anni consecutivi la nostra Regione ha lasciato per strada centinaia di studenti in condizioni economiche svantaggiate, perché non ha fornito loro un alloggio gratuito che gli spettava di diritto e che gli era necessario per frequentare l’università. Molti di loro hanno dovuto rinunciare agli studi e, con essi, le proprie prospettive e il proprio futuro, i propri sogni”. 

Santo Biondo ha chiuso il cerchio dell’intera giornata salutando i partecipanti in piazza: “Grazie a questa bella piazza che ha deciso di aderire ad uno sciopero che abbiamo proclamato con convinzione e determinazione. Uno sciopero spinto dal governo che da un anno con una mano apre le porte al confronto finto con il sindacato e con l’altra tappa l’orecchio all’ascolto delle nostre proposte sui temi del lavoro, della sicurezza e della sanità”.
Ha concluso Biondo: “Il governo non avrebbe dovuto delegittimare la protesta perchè lo sciopero è libertà dei lavoratori, lo sciopero appartiene alla storia democratica di questo paese”.

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