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SCHEGGE di Carlo Antonio Ponti | La storia è sempre contemporanea e non è maestra di vita

Scriveva don (alla napoletana, ma per la forza del pensiero una sorta di prete laico) Benedetto Croce che ogni vera storia è storia contemporanea, perché è storia della nostra anima e storia dell’anima umana è la storia del mondo. C’è poi la celeberrima massima nel “De oratore” di Marco Tullio Cicerone a suggellarne da duemila anni ogni definizione: «Historia est testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis: testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell’antichità». Io dubito molto che sia una buona maestra. Comunque ogni mattina la storia e la Storia ci stringono d’assedio, ove volgiamo lo sguardo su quello che avviene, sui fatti e non sulle cose; sui droni russi su Kiev e non se abbiamo terminato in dispensa la bottiglia dell’olio d’oliva.

Allora stamane mi sono svegliato, tardi (di notte abitudine da quando studiavo leggo) e, poiché sto leggendo ormai alle ultime pagine il terzo volume (1938,1939,1940) di “M” ossia la formidabile opera, fra storia e romanzo, di Antonio Scurati, mi sono piovuti in mente questi due pensieri. Uno. Il primo Governo di destra (e condotto per la prima volta in Italia da una donna, molto ok) coincide in giorni e mese con il centenario della Marcia su Roma. Che si sta ricordando in numerosi libri e convegni. Se il re avesse firmato lo stato d’assedio… il mantra. Buffa la storia, tragica e ridicola, un coacervo di contraddizioni, un crogiolo di bene e di male, di bello e di spaventoso, di giusto d’ iniquo e così elencando nel catalogo delle vicende umane e disumane. Due. 

Ho ripensato al mio libro (Minerva Editrice, 2012) “Argo. Una storia italiana”, che rievoca, romanzata ma veridica, vita e miracoli e morte in manicomio di un eroe, il bevanate Argo Secondari (1895-1942), decorato della Grande Guerra, fondatore degli Arditi del Popolo, a Roma picchiato a sangue da banda di fascisti la mattina del 31 ottobr 1922, ridotto a larva e costretto a venti anni di vita mentalmente vegetativa. Altro non aggiungo. Salvo un invito, per rispetto delle vittime, a non
dimenticare.

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