rotate-mobile
Attualità Città di Castello

LA STORIA Le sette donne che salvarono l'impresa

Da dipendenti a socie per rilevare l'azienda dopo la morte improvvisa del titolare

Imprese “rosa”. Sette donne coraggiose al timone di una storica azienda tipografica hanno difeso con coraggio di lavoro superando difficoltà di varia natura e avversità della vita. Uno dei simboli della Giornata Internazionale della Donna sono loro: Nadia Giorgeschi, Monica Veschi, Fiorella Podrini, Marta Scarabicchi, Roberta Volpi, Anna Rita e Tatiana Castellani, dell’azienda Linoservice Sas, leader nella prestampa e stampa digitale.

Nel 2020 la scomparsa improvvisa del titolare, fondatore dell’azienda, uno dei pionieri del settore grafico-tipografico che ha fatto la storia del distretto di Città di Castello fra i primi a livello nazionale per tradizione, qualità e produzione, ha messo con le spalle al muro la moglie, la nipote e le altre dipendenti che dopo alcuni giorni di comprensibile smarrimento e disperazione non c’hanno pensato troppo se chiudere o andare avanti con una conduzione tutta al femminile.

Così è stato. Una bella storia di resilienza, determinazione e solidarietà, che il comune, ha voluto celebrare proprio in questi giorni che precedono l’8 marzo, questa mattina, con una breve ma sentita cerimonia in azienda fra le macchine e i bancali di carta e i colori, alla presenza del presidente della sezione altotiberina di Confindustria, Raoul Ranieri e  don Giorgio Mariotti, sacerdote da tempo impegnato sui temi sociali. Il sindaco, Luca Secondi, assieme agli assessori, Michela Botteghi, Letizia Guerri e Benedetta Calagreti, ha consegnato alla titolare dell’azienda e dipendenti una targa ricordo della giornata in cui si sottolineano i valori “etici in ambito lavorativo e sociale”.

La Linoservice, nasce nel 1972, da un giovane tifernate, Claudio Mancini che insieme ad altri due soci decidono di intraprendere questa avventura, che li vedrà per anni protagonisti della stampa in Valtiberina.

Claudio nei primi anni 60, appena sedicenne, con un diploma in tasca della scuola “Arti Grafiche” decide di andare a Roma per iniziare il suo percorso lavorativo che poi sarebbe diventata la sua vita. La grande città non era di sicuro per lui, così dopo circa sei anni e una discreta esperienza accumulata, decide di tornare a Città di Castello. Inizia a lavorare presso la tipografia STE. Poi con il passare del tempo la voglia di mettersi in proprio lo portano a fare il grande passo  e dare vita alla Linoservice.

L’attività lavorativa ha inizio con le macchine Linotype, (da qui infatti il nome Linoservice), la prima macchina per la composizione tipografica automatica: si trattava di una sorta di macchina da scrivere collegata a una fonderia in miniatura. Il linotipista digitava il testo su una tastiera, la pressione di un tasto liberava la matrice del carattere corrispondente che andava a “cadere” sulla riga di testo. A mano a mano iniziarono ad arrivare le prime dipendenti che poi con il tempo sarebbero diventate più che una famiglia. Lo dimostra il fatto che dopo 35 anni, Nadia, Monica, Fiorella, Marta, Roberta, Anna Rita e Tatiana, sono ancora qui a condividere valori comuni.  “Tutte noi abbiamo frequentato l’Istituto Professionale per l’industria e l’artigianato con indirizzo Grafico di Città di Castello – precisa Tatiana Castellani, titolare e nipote del fondatore Claudio Mancini - appena uscite dalla scuola siamo entrate in questa realtà e non ne siamo più uscite, trovando qui un luogo fatto di amicizia e rispetto reciproco, certo non senza a volte, discussioni e pareri diversi che ci hanno portato e ci portano a scontrarsi, ma sempre in maniera costruttiva cercando di trarne poi il maggior beneficio”. “In tutti questi anni al fianco di mio zio Claudio siamo cresciute, abbiamo imparato a “voler bene” a questo lavoro, a sentirlo proprio e a mettere anche qualcosa di nostro. Ancora oggi a volte mi ritrovo a pensare alle cose che mi diceva, a volte urlate, ma sempre con il fine di farmi crescere, di farci crescere. Conciliare il lavoro con la famiglia per una donna non è certo facile, in un mondo, il nostro, prettamente “maschile” farsi spazio senza trascurare i “doveri” che ci aspettano con figli, casa ecc..  e anche su questo ci siamo coese aiutandoci l’una con l’altra affrontando di volta in volta. Nel 2020 purtroppo improvvisamente è venuto a mancare il cardine di questa società, la colonna dell’azienda, Claudio marito di Anna Rita Castellani. “Ci siamo sentite mancare la terra sotto i piedi sia per il dolore immenso che questa perdita ci ha lasciato sia perché ci siamo trovati a decidere se continuare o smettere. Poi però la moglie Rita, mia zia, che sempre è stato il cardine tra Claudio e tutte noi, con coraggio ci siamo “rimboccate” le maniche e siamo andate avanti.” Da quel momento Tatiana è subentrata al posto dello zio, in un ruolo non certo facile, e Rita le è rimasta accanto da supporto e spalla fondamentale per la gestione e organizzazione aziendale. Poi è arrivato il Covid, la pandemia che ha sconvolto tutti e rischiato di mettere a tacere entusiasmo e speranza. “E’ stata dura, anzi durissima – prosegue con la voce rotta dall’emozione, la titolare dell’azienda, affiancata dalle colleghe - ma anche questa volta non ci siamo arrese, e come sempre insieme, con il sorriso e la voglia di non mollare stiamo uscendo anche da questo periodo. Oggi nel nostro piccolo siamo ancora una realtà che può “dire la sua” nel settore della prestampa e stampa digitale: lo dimostra il fatto che abbiamo investito su un nuovo macchinario da taglio, per chiudere il cerchio del reparto produttivo. Abbiamo sempre puntato sulla qualità, sul rapporto con il cliente, ci piace dedicargli del tempo che serve anche a noi per crescere ed imparare cose nuove. Lavoriamo con realtà importanti della nostra zona, siamo un “service” e la nostra porta è sempre aperta a tutti! Abbiamo realizzato lavori importanti come la mostra per la Fondazione Burri, “La Luce del Nero e tanti altri lavori nei quali seguiamo il cliente passo, passo. Per il 2024 ci auguriamo di essere ancora qui insieme alle persone che ci hanno sempre voluto bene e hanno creduto in noi”. Il sindaco, Luca Secondi, gli assessori Michela Botteghi, Letizia Guerri e Benedetta Calagreti ed il presidente della sezione Confindustria Altotevere, Raoul Ranieri, nell’esprimere le più sentite congratulazioni alla titolare e dipendenti dell’azienda hanno definito “la giornata una bella pagina di vita quotidiana che rende concreta, viva, densa di contenuti ed ideali, la settimana di celebrazioni ed iniziative dell’8 Marzo”. Una recente statistica della Camera di Commercio di Perugia, che prende in considerazione la popolazione con più di 15 anni in base alla condizione lavorativa, specifica che la quota “rosa” donne in alta valle del tevere è pari al 43% superiore al dato Umbria 40,5% e a quello nazionale che si attesta al 37,9%.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

LA STORIA Le sette donne che salvarono l'impresa

PerugiaToday è in caricamento