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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Mutande sì… ma d’autore. E con mezzo secolo d’invecchiamento

Giuman ripropone una sua fortunata esperienza del 1974

Domenica 18 febbraio, alle 18:00, a Deruta, Giuliano Giuman inaugura la mostra Culottes d'auteur

La location è “Il Granaio”, in Piazza Cavour 1.

L’esperienza ha toccato il mezzo secolo di vita. Le opere datano, infatti, dal giugno 1974.

Le mutande d’autore furono ispirate ad un fatto realmente accaduto a margine della mostra Fenomenologia delle ombre, tenuta a Bologna il 18 febbraio 1974 nella “Galleria 2000” di Silvia Spinelli.

Ora siamo alla celebrazione del primo “mezzo centenario”.

Una mostra tutta da vedere. Per l’occasione verrà anche realizzata una pubblicazione dal titolo Culottes d’auteur, Freemocco edizioni.

La cosa c’incuriosisce e vogliamo saperne di più. È per questo che sentiamo al telefono l’amico Giuliano.

Racconta Giuman, centellinando la narrazione: “La creazione di questi pezzi unici si lega a un fatto avvenuto a Bologna, in occasione di una grande mostra che mi accreditò a livello nazionale”.

Precisa: “Quella Galleria era un’emergenza dell’Avanguardia ed esporre lì costituiva un punto d’arrivo”.

Cosa proponesti?

“Ero presente con un’opera acommerciale, che raggiungeva i 30 metri”.

Come andarono le cose?

“Dopo la mostra, era costume andare a cena con artisti, critici, galleristi. Qui, al momento di congedarci, accadde un fatto che non saprei più se definire ridicolo o imbarazzante. Certamente stimolante”.

Di che si trattò?

“Fu coinvolta la Gallerista in un episodio che definire fastidioso è un eufemismo”

Racconterai l’episodio in mostra?

“Certamente. Dico solo che, davanti alla signora in mutande, mi venne da dire ‘mancava solo che fossero firmate Burri o Fontana!’ e ci fu da ridere. Ma anche imbarazzo”.

Prosegue: “Tempo dopo, prendendo spunto dall’episodio, ebbi l’idea di realizzare le culottes d’auteur. Utilizzando colori indelebili arrivati dall’Olanda e prevedendo taglie e misure, per uomo e per donna”.

Si trattava di esemplari indossabili?

“Sicuro! Pensa che le ho portate io stesso”.

Tutti capi, pezzi unici, singolarmente firmati?

“Sì, ma ne sono rimasti pochissimi. Verrò con una 24 ore e li appenderò personalmente. Fra serio e faceto”

Allora, a Deruta ne vedremo delle belle!

“Questo è certo. Pensavamo di inaugurare la mostra per San Valentino. Ma non ce l’abbiamo fatta”.

Comunque sia, Valentino o meno, questa è proprio una mostra da lasciare sbalorditi. E conferma che gli artisti devono proprio essere un po’ matti. Per contratto.

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