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INVIATO CITTADINO L’Avvocatura generale dello Stato celebra il nome e la memoria di Bernardino (“Dino”) Umberto Melelli

Una commossa rievocazione nella sede di via degli Offici

Con presenza e testimonianze di colleghi, amici ed estimatori che ne tracciano il profilo di uomo e professionista.

Melelli, scomparso il 4 febbraio scorso, aveva voluto che si desse notizia ad esequie avvenute. Tale e tanta era la discrezione della persona.

Il ricordo è avvenuto nella Biblioteca dell’Avvocatura dello Stato. La commemorazione è stata aperta dall’avvocato Francesca Morici. Che ha passato la parola all’avvocato generale aggiunto Leonello Mariani.

Il quale ha dato la stura a ricordi che datano alla metà del 1996. Evidenziando, di Melelli, numerose spigolature di carattere umano e professionale, le caratteristiche di uomo colto e spirito libero, con marcati interessi nel settore artistico, sportivo, storico (specie per la storia del Ventennio che conosceva come pochi).

Dando quindi lettura della lettera con cui si comunica l’accettazione della proposta di intitolazione della biblioteca, ritenuto atto dovuto e di alta caratura simbolica. Documento poi consegnato a Silvia e Fabio Melelli, a futura memoria.

A seguire, il presidente Pier Giorgio Lignani ha riferito cartoline, anche inedite, di Bernardino Melelli come fedele e oculato servitore dello Stato. Soffermandosi sul progetto, poi realizzato, di spostare la sede dell’Avvocatura dalle precedenti location (in affitto) all’attuale sede, di proprietà dello Stato, dove si poteva risparmiare il pagamento del canone di locazione.

Particolari di un’amicizia solida che si è dipanata attraverso anni di frequentazione professionale, amicale e familiare.

L’avvocato Mario Rampini, che ebbe Melelli come controparte correttissima in tante controversie, ne ha ricordato la competenza, la correttezza, lo stile.

La dottoressa Maria Assunta Mercati, con commozione, ha citato il rapporto di discepolato con Melelli quale fonte di arricchimento umano e professionale. La dolcezza, la signorilità, la capacità di giungere rapidamente al punto delle questioni.

Presenti esponenti del mondo della magistratura (il procuratore Sergio Sottani) e dell’avvocatura (Carlo Orlando, Giacomo Leonelli, Giovanni Tarantini, Walter Biscotti…). Oltre a rappresentanti del milieu artistico, in specie cinematografico (Daniele Corvi, Mauro Gatti…), legati al rapporto di amicizia col figlio Fabio, noto e apprezzato storico del cinema

Per fare il punto su caratteristiche e interessi di Bernardino Melelli, ho voluto parlarne con comuni amici.

È emersa, prima fra tutte, la passione competente per il calcio e per il suo Perugia.

Me ne hanno parlato, in privati colloqui, molti esponenti   della peruginità.

Il dermatologo Mario Tomassini il quale rammenta che Melelli era stato compagno della moglie al liceo Mariotti. Ricordando come la passione sportiva derivasse dalla pratica attiva del calcio, fin dalla giovinezza e anche successivamente alla carriera in avvocatura.

Dice: “Il lunedì ci vedevamo al negozio ‘Sir Charles’ di Carlo Pagnotta in via Mazzini. Commentavamo la partita e Melelli proponeva sempre osservazioni puntuali. Anche la sera, dopo le 18:30, capitava che ci incontrassimo per parlare di calcio”.

Circostanza confermata da Mister Jazz Pagnotta che ricorda anche le trasferte a Firenze, spesso fatte insieme. Anche insieme ad altri amici coi quali Melelli condivideva la passione giovanile per la musica jazz.

“Erano gli anni Cinquanta – ricorda l’inossidabile Carlo – e di jazz ce n’era poco. Melelli seguiva con interesse questa passione che allora era di pochi (c’era Adriano Mazzoletti, profeta del genere, e attivo promoter, specie alla Radio, ndr). Continuò a seguire il jazz anche a Cagliari e Bologna. Successivamente non credo. Anche per impegni onerosi di lavoro e l’assunzione di alte responsabilità”.

Aggiunge il patron di Umbria Jazz: “Dino era un infaticabile nottambulo. Con lui non si vedeva mai il momento di andare a letto. Passeggiavamo per il Corso fino a notte tarda. Quando soffiava forte la tramontana, ci fermavamo al rientro davanti alla CIT (attuale store Guarducci, ndr). Questo fino a quando non entrò in avvocatura dello Stato. Da quel momento lavorava sodo e andava a letto presto. Diceva ‘sono in piedi dalle 8’, mentre io continuavo ad alzarmi alle 12”.

L’avvocato Walter Biscotti, in privati colloqui, dice: “Lo vedevo allo Studio di Leonello e poi del figlio Fabrizio Leonelli. Si parlava un po’ di tutto, ma specialmente di calcio. Era divertente sentire gli sfottò che Fabrizio gli rivolgeva a proposito del Foligno che militava in una categoria superiore a quella del Perugia calcio. Un bailamme di battute, cui Melelli reagiva con spirito”.

L’avvocato Ghirga, ex calciatore, ricorda: “Dino era competente di calcio. Su di un foglietto quadrettato scriveva ruoli acconci e formazioni. Facevamo interminabili discorsi con Mazzetti e generalmente Dino vedeva giusto. Sapeva tutte le formazioni. Era un teorico dello 0-0. Non era solo tifoso, ma perfetto analista. Amava il catenaccio e l’equilibrio, anche nella competizione”.

Queste ed altre le memorie dei presenti. In un clima pervaso da amicizia e commozione. Compresa la nostra, derivante dalla stima e affetto che coltiviamo verso il figlio Fabio, persona che dal padre ha ereditato doti di carattere e misura.

Bernardino Umberto Melelli  (per gli amici semplicemente Dino) è stato Avvocato generale dello Stato onorario, oltre che Cavaliere di gran croce, già Avvocato distrettuale di Perugia e Bologna. Figura di rilievo come uomo e giurista di vaglia.

Il fatto che amici e colleghi abbiano sentito il bisogno di ricordarlo è specchio palese del suo valore.

Foto - Via degli Offici. L'avvocatura generale dello Stato commemora 'Dino' Melelli

(Foto esclusive Sandro Allegrini)

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