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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO L’arte è anche… filosofia. Sotto i riflettori, a Deruta, Stefano Borgia del Casale

Quando arte e pensiero si riconducono ad unità

Ed ecco a voi un artista concettuale, sugli scudi dal 1980.

Ternano d’origine, Stefano è stato allievo del corso di nudo presso l'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia con Bruno Orfei.

Nel 2000 ha organizzato alla Rocca Paolina di Perugia la mostra, dedicata a Giordano Bruno, dal titolo "Ombre delle Idee”.

Accademico di merito della Accademia di Belle Arti di Perugia, è noto per aver destato l’interesse di testate giornalistiche locali e nazionali e della Rai.

Ha inaugurato, ieri 2 marzo, presso “Il Granaio” di Deruta (piazza Cavour 1) la mostra personale dal titolo "La Forma del Vuoto" a cura di Antonella Pesola.

La mostra è impreziosita da una pubblicazione (freemocco edizioni), con pregevole testo della stessa Antonella Pesola, che approfondisce le coordinate di pensiero e di lavoro dell'artista.

Il catalogo verrà presentato nella sede derutese, il 17 marzo 2024, in occasione del finissage dell’esposizione.

Da circa un ventennio, Stefano si dedica allo studio dei colori ad acqua. La sua inesausta ricerca e lo studio dei materiali lo conducono sui territori del collage, della vernice e degli smalti, fino alla realizzazzione di installazioni con scale, scatole, ferro, rame, cristallo, terra, pietre.

Stefano è anche scrittore di rango e ama coniugare le sue opere con arti sorelle come musica, filosofia, mimo, danza (di cui è appassionato cultore, avendo acquisito meritata fama di esperto tangueiro).

Ha collaborato con l’indimenticabile amico, contrabbassista e autore internazionale, Fernando Grillo con cui ha intessuto trame d’arte e cultura decisamente controcorrente, difficilmente incasellabili nell’ambito delle tradizionali categorie codificate della critica convenzionale.

Ha scritto: “Il vuoto che  lascia una persona che non c'è più, il vuoto che andiamo ad occupare quando voliamo in cielo, il vuoto che in realtà è pieno di ciò che non conosciamo e non sappiamo percepire, il vuoto che occupiamo nello spazio quando semplicemente ci muoviamo… In  verità, quando tracciamo una linea, non è importante la linea , ma ciò che le sta intorno. Essa è dunque confine”.

Parole che ci fanno meditare sulla natura imperscrutabile dell’arte e delle sue polimorfiche significazioni.

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