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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Giovani, carità e Chiesa del futuro: monsignor Maffeis scrive alla diocesi, guardando a don Milani e papa Francesco

“Il coraggio dei passi” è online e in edizione cartacea da oggi, 12 settembre, festa diocesana della Madonna delle Grazie

Il primo anno di vescovato di monsignor Ivan Maffeis è trascorso portando avanti il lavoro del cardinale Gualtiero Bassetti, guardandosi attorno, riorganizzando la diocesi e le parrocchie (molti nomi nuovi in curia e diversi parroci spostati, con tanti sacerdoti anziani nominati membri del Capitolo della Cattedrale). E adesso arriva anche la Lettera pastorale (si può scaricare da qui) dal titolo “Il coraggio dei passi”.

“Sopra un paio di scarpe da ginnastica, i calzoncini corti e una maglietta sudata, indossa un sorriso discreto e buono, che non si spegne quando i ragazzi - senza troppa convinzione - provano a dipingermelo come esigente e impegnativo. Guardo con sconfinata gratitudine questo prete, che ha compiuto i 75 lo scorso anno: nella calura del tardo pomeriggio congeda i bambini, riassume ai giovani il programma dell’indomani e, nel salutarli, raccomanda loro di ricordarsi di chiudere il cancello dell’Oratorio. Non alza la voce, non ne ha bisogno: ha su di sé gli occhi di tutti. Ed è uno sguardo carico di stima e d’affetto” introduce l’arcivescovo Ivan Maffeis la sua prima Lettera pastorale attraverso la quale offre una puntuale riflessione pastorale dopo aver conosciuto tutte le componenti della Chiesa diocesana, avviato contatti con le realtà istituzionali, socio-culturali e produttive del territorio, soprattutto su quanto è emerso dall’Assemblea diocesana dello scorso maggio. La prossima si svolgerà il 15 ottobre 2023 (dalle ore 15.30), presso la chiesa San Giovanni Paolo II in Ponte della Pietra. Il tema, che verrà introdotto dallo stesso Maffeis, approfondito nei lavori di gruppo, è: Unità pastorali, una scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale.

Questa lettera è, come si evince dal titolo, una proposta di cammino che attende la Chiesa perugino-pievese per essere sempre più evangelizzatrice, missionaria e profetica al suo interno e all’esterno, con uno sguardo privilegiato al mondo giovanile, per contribuire allo sviluppo di una società più umana e più giusta per dirsi, in primis, cristiana.

C’è tanto spazio dedicato ai giovani nella Lettera pastorale, dalle migliaia di bambini e adolescenti che frequentano i Grest, campi estivi, i partecipanti alla Gmg di Lisbona e alla StarCup. C’è spazio anche per i religiosi che si dedicano ai giovani, “come i Salesiani, con la loro attenzione a offrire ai giovani l’opportunità di inserirsi a pieno titolo nella vita e nel mondo del lavoro. O come i Conventuali che, durante Umbria Jazz, hanno portato la freschezza dell’esperienza cristiana nelle piazze… Quanti don Milani conosce questa nostra Chiesa! Diversi per età, storia e sensibilità, sono accomunati dalla passione per la vita buona del Vangelo; proprio come il Priore di Barbiana - del quale ricorrono i cent’anni dalla nascita - rinnovano a ogni ragazzo il loro I care: mi riguardi, mi interessi, mi stai a cuore” scrive l’arcivescovo.

Monsignor Maffeis guarda alle persone, all’attenzione dei bisogni, alla carità che è al centro della rete di sostegno della diocesi, “un investimento lungimirante e perseverante, come dimostrano i Centri d’ascolto, gli empori, le mense della Caritas, le Case della Carità: tutte realtà contraddistinte dalla formazione degli operatori e dall’attenzione a chi si trova nel bisogno ed è esposto a situazioni di fragilità, malattia, disabilità, emarginazione e solitudine. L’Opera don Guanella, posta lungo la Strada Tuderte, la Villa Nazarena a Pozzuolo, il Villaggio Santa Caterina a Solfagnano come le tante residenze che – a partire da Fontenuovo – ospitano anziani, sono solo alcuni esempi di realtà certamente diverse, ma accomunate dall’attenzione per la centralità della persona”.

Un ultimo capitolo è dedicato alla Chiesa e al cambiamento. L’arcivescovo riflette su quanto ha detto il Papa ai vescovi italiani lo scorso maggio: “Una Chiesa appesantita dalle strutture, dalla burocrazia, dal formalismo faticherà a camminare nella storia al passo dello Spirito, rimarrà lì e non potrà camminare incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo… Dovremmo domandarci quanto facciamo spazio e quanto ascoltiamo realmente nelle nostre comunità le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito ed è arrabbiato con la Chiesa”.

Andare avanti con coraggio, quindi, sprona monsignor Maffeis “memori che le vere riforme della Chiesa sono state attuate dai Santi. Non è forse strettamente legata a molti di loro - a partire da San Benedetto e da San Francesco - la stessa bellezza della nostra terra umbra?”.

La Lettera pastorale "Il coraggio dei passi"

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