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"L'emergenza serva a ripensare il sistema scolastico per il diritto allo studio di tutti", la parola al Garante per l'Infanzia Maria Rita Castellani

Nel dramma della pandemia stanno emergendo e aumentando le disuguaglianze tra chi può accedere agli aiuti e chi no, e a rimetterci sono sempre i bambini. Parla il garante dell'Infanzia e adolescenza dell'Umbria

La situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo è molto grave, i contagi non tendono a scendere nonostante le progressive misure restrittive adottate sia dalla Regione, che dal Governo nazionale. 

Le conseguenze dell'epidemia che sta flagellando il mondo interno e in particolare il nostro Paese saranno profonde e toccheranno praticamente tutti gli ambiti della società. Non è semplice trovare soluzioni o arginare in qualche modo il contagio, né esistono "bacchette magiche" per affrontare i problemi nella loro complessità.

Non possiamo però non valutare anche con uno sguardo rivolto al futuro quello che stanno vivendo i nostri figli, futuro della società, e le conseguenze derivate dall'isolamento, dalla difficoltà a seguire le lezioni scolastiche a distanza e dalla perdita di contatto con il mondo della scuola, luogo di relazioni educanti, oltre che di trasmissione di saperi e contenuti.

A questo proposito, diamo spazio alle parole del Garante per l'Infanzia e l'Adolcescenza presso la Regione Umbria, Maria Rita Castellani, una figura cui "è affidata la promozione, la difesa e la verifica dell’attuazione dei diritti dei minori attraverso azioni positive mirate alla promozione del diritto alla vita, alla famiglia, all’istruzione, all’assistenza socio-sanitaria, alla sopravvivenza e alla partecipazione alle decisioni che li riguardano, tenendo conto del loro superiore interesse".

"Ci troviamo davanti uno scenario allarmante causato dall’impatto del Coronavirus sulla vita dei ragazzi e dei bambini. L’emergenza sanitaria sta acuendo altre emergenze altrettanto preoccupanti come quella sociale, culturale ed economica. Le famiglie italiane sono sempre più intrappolate dentro povertà materiali e spirituali che crescono a dismisura e che le spingono all’isolamento. Secondo lo sguardo attento dell’Organizzazione Internazionale Save the Children, sta aumentando vertiginosamente il divario tra ricchi e poveri, tra chi può accedere a dispositivi, servizi, aiuti economici e sociali e chi invece ne rimane escluso. Inoltre non possiamo permettere che l'epidemia tolga ai bambini e agli adolescenti l’opportunità di andare a scuola. La proposta educativa si nutre di rapporti umani, viaggia da persona a persona, non si può veicolare solo attraverso l’immagine. Specialmente per i più piccoli, la didattica a distanza non serve, non tocca il cuore, ci vogliono la carne e l’anima di un educatore per educare. Perché solo quello che tocca la carne ci cambia davvero. Quando si separa l’anima dal corpo, ce lo insegna la storia, gli effetti sono sempre devastanti. Ora più che mai è necessario un impegno legislativo e sociale concreto e verificabile che rimetta al centro il diritto all’educazione, che non si lasci indietro nessuno. Questa emergenza deve impegnarci a ripensare a tutto il sistema scolastico, ma anche a incrementare ogni altra attività extrascolastica e a tutte quelle agenzie educative secondarie che sono di sostegno alla famiglia e che alla fine sostiene la società".

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