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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Chianina Igp, la Cia Umbria chiede "una certificazione a garanzia della qualità di un territorio"

Tre giorni di dibattiti e degustazioni al centro polivalente di Bevagna con un focus sul Vitellone Bianco dell’Appennino centrale Igp

Valorizzare la Chianina Igp e il suo legame con il territorio di origine grazie al lavoro di squadra tra i protagonisti dell’intera filiera. Al centro delle tre giornate nel centro polivalente di Cantalupo di Bevagna c'è stato un unico protagonista: il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp, per accendere i riflettori sulle novità, le tendenze e le prospettive di questa carne d’eccellenza, certificata con il marchio Igp da 25 anni.

L’appuntamento è stato promosso e organizzato dalla Pro loco di Cantalupo – Castelbuono, da Cia Agricoltori italiani dell’Umbria, con la collaborazione di Bovinitaly e del Consorzio tutela vitellone bianco Appennino centrale e con il patrocinio del Comune di Bevagna. "L’iniziativa nasce per richiamare l’attenzione sulla Chianina Igp e sulle difficoltà del settore – ha detto Ezio Palini di Cia Umbria - in particolare, quello del vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp e capire quali sono le opportunità di rilancio di fronte a un aumento generale dei costi di produzione e ad altre problematiche che, in questo particolare momento storico, stanno affliggendo le nostre razze e il mercato delle carni, mettendo a rischio il futuro di molti allevamenti". 

Alla tavola rotonda dal titolo “La Chianina, un’eccellenza da tutelare”, coordinata dalla giornalista Maria Pia Fanciulli, sono intervenuti il sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa, Andrea Petrini, direttore del Consorzio tutela vitellone bianco dell’Appennino Centrale Igp; Stefano Mengoli, coordinatore della società cooperativa Bovinitaly; Cesare Lucaccioni, storico macellaio aderente alla filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP; Pietro Bellini, del Distretto del Cibo Valle Umbra; Alessandro Petruzzi, Federconsumatori Umbria; Daniele Falchi, Accademia Italiana della cucina; Sergio Consigli, Slow Food Umbria e Matteo Bartolini, Cia Umbria.

In particolare, l’incontro ha messo in luce l’importanza del potenziamo della produzione a marchio Igp per tutelare la razza certificata e, allo stesso tempo, valorizzare il territorio dove la razza è allevata. La diminuzione del potere d’acquisto e l’inflazione sono andati ad incidere nella fascia media, ovvero quella che mediamente consumava la Chianina certificata.  E poi c’è la necessità di educare il consumatore ad una scelta etica grazie alle scelte quotidiane. Aspetto, questo, che può portare benefici in termini di impatto ambientale.

Durante le tre serate si sono svolte le degustazioni di piatti di Chianina certificata Igp in abbinamento con i vini del territorio curato dal sommelier Michele Tirilli.

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