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Lunedì, 29 Aprile 2024
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LETTI PER VOI Tradotto in italiano “Ritorno in Umbria. Papà e io, una storia”

Un’opera che racconta il complesso rapporto tra padre e figlio, passato dall’incomprensione alla tenerezza

Un successo editoriale che, in Svezia, ha veduto 20 mila copie. Ora tradotto da Andrea Stringhetti e pubblicato  in italiano per i tipi di Morlacchi.

Ne abbiamo già raccontato la presentazione all’ambasciata di Svezia in Roma

Ne è autore Tomas Bacoccoli, nato in Svezia, da famiglia di origini umbre.

Ha operato fattivamente in Europa e in Nord America, figura d’eccellenza nel mondo dei media.

Il suo ritorno nell’Umbria verde è legato alla malattia del padre, colpito dall’Alzheimer.

Padre col quale il rapporto non era stato proprio idilliaco.

Ma è la malattia, e una riflessione sull’avventura esistenziale condivisa, a indurre Tomas a mollare tutto e a tornare nella terra dei padri per accudire il padre. Adattandosi a cambiare il pannolone all’uomo che non gli aveva mai cambiato il pannolino.

Una prova d’amore, di dedizione. Che dimostra come espressioni quali “legame di sangue”, al di là dell’apparente banalità, conservino una forza immutata. Contraddicendo il mutamento dei tempi e il mala tempora currunt dei Soloni pessimisti.

Tomas, dunque, scende e torna “a casa”, con la moglie e i tre figli nella patria di Coragino.

Anche a Corciano, Tomas Bacoccoli mette in atto la propria mentalità imprenditoriale. E fa di necessità virtù. Creando un’azienda che parte dal recupero e dalla cura  di un vigneto fatiscente che diviene prototipo di qualità. Oltre che motore di forte attrattività per il territorio. Tra viti, ulivi, colture e paesaggi identitari.

All’insegna del motto I CARE, Tomas si prende cura  del padre malato. Così diverso dalla figura di  uomo attivo, positivo, vitale e perfino istrionico. Vogliamo dire “indisponente”? Qualche volta.

Ora, indifeso e rassegnato, quell’anziano ha disperatamente bisogno di aiuto e gli chiede perfino di sopprimerlo o aiutarlo a farla finita.

E Tomas non si sottrae all’impegno, sentito come imperativo categorico.

Consapevole del fatto che è bello far da mamma al proprio babbo.

Sentimenti d’antan? Forse. Ma questo libro ci aiuta a riscoprire e riscoprirci. Facendoci ricordare che in interiore homine habitat veritas.

E che, talvolta, è proprio il male a farci ritrovare il bene.

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