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Domenica, 28 Aprile 2024
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L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | I nodi che vengono al pettine. Il super bonus non possiamo permettercelo. Si rischia la banca rotta

Aveva visto bene Draghi che aveva espresso forti perplessità sulla tenuta dei conti. Governo Meloni lo cancella per il 2023

Alla fine, anche in politica, i nodi vengono al pettine. In una seduta bliz del Consiglio dei Ministri, il governo ha cancellato con un semplice tratto di penna, il superbonus edilizio, la possibilità da parte dei cittadini di ristrutturare le loro case non solo gratuitamente ma guadagnandoci, almeno nominalmente, il 10%. Ovvero, se per ristrutturare la mia casa spendo 100, lo Stato mi darà indietro 110. Un vero bengodi, un regalo che così generoso mai si era visto, un sogno divenuto realtà. Poi intorno a questo provvedimento, che oggi qualche politico ha definito “scellerato”, si sono inevitabilmente generati comportamenti che alla fine hanno contribuito non poco alla non sostenibilità finanziaria dello stesso.

Siccome i beneficiari del 110%, del super bonus, non erano sottoposti a limiti di spesa, tanto poi lo Stato avrebbe rimborsato, le materie prime, i componenti edilizi, tutti i materiali, hanno avuto un rialzo di prezzi davvero straordinario così come la così detta cessione del prestito ha incoraggiato maneggi, passaggi che   non infrequentemente hanno generato veri e propri giri di illegalità oltre ad ingiustificati passaggi finanziari in cui alcuni istituti bancari non erano di certo estranei.

Il provvedimento, bisogna dirlo, con tutte le sue pecche ha rappresentato, e non poteva essere diversamente, un volano straordinario per il settore edilizio, per tutto il comparto, per l’occupazione e alla fine per l’economia nazionale. Ma a quale prezzo e con quale insostenibilità lo aveva già chiarito a su tempo Mario Draghi tra l’indifferenza dei più. Un provvedimento fuori da ogni canone di politica economica, fuori da ogni logica di concorrenza e di mercato libero, che ha incoraggiato l’irresponsabilità, ma soprattutto per lo Stato insostenibile economicamente e dunque assolutamente costoso per tutta la comunità.

Tutta questa vicenda evidenza che quando i politici cedono al populismo, all’onda demagogica, i danni, quelli che ora inevitabilmente verranno, sono drammatici per i cittadini ma anche per la credibilità stessa della politica che prima dà e poi toglie. Questo di sicuro vale per il Movimento 5 Stelle che negli anni del suo governo, complici, non dimentichiamolo gli alleati di allora, hanno messo in campo un provvedimento così fatto non calcolandone i costi e soprattutto non valutando attentamente modalità e limiti. E poi anche la maggioranza di oggi che non ha avuto il coraggio anche in campagna elettorale di dire la verità, che il super bonus era un provvedimento assolutamente insostenibile per le casse dello Stato ed anche moralmente discutibile regalando a tutti i cittadini, bastava chiedere, indifferentemente dalle loro condizioni economiche, soldi a pioggia per le ristrutturazioni.

Nessuno, tranne un inascoltato Draghi, ha detto la verità ed oggi arrivano i nodi al pettine. Intanto sindacati, associazioni di categoria, partiti oggi allegramente all’opposizione, continuano con il balletto delle irresponsabilità e delle promesse invece di impegnarsi prudentemente e responsabilmente per una soluzione credibile ai danni causati da loro stessi. 
 

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