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PROVINCIA Assisi

Assisi, picchia e terrorizza padre, fratello e nonna: 40enne in manette per maltrattamenti in famiglia

Il giudice ha convalidato l'arresto: "Troppo pericoloso per i domiciliari o il braccialetto elettronico, resti in carcere"

Una vita familiare distrutta dalla droga, dall’alcol e dagli eccessi. Una vita trascorsa nella paura che una persona cara possa far del male ai propri familiari. Alla fine padre, fratello e nonna non hanno resistito più e hanno denunciato quello che è figlio, fratello e nipote.

Il 30 maggio gli agenti del Commissariato di Assisi hanno arrestato un 40enne per maltrattamenti in famiglia in quanto avrebbe “con distinte condotte di maltrattamento nei confronti dei familiari” minacciato “il padre con frasi di disprezzo e minaccia ‘io sono più forte di te, ti posso menare in qualsiasi momento’, chiedendo con insistenza e prepotenza, denaro e beni per comperare alcol e sigarette” e in caso di rifiuto danneggiando mobili e suppellettili, aggredendo l’uomo “con spinte e colpi al capo, sempre sotto l’effetto di alcol o droga, alla presenza del fratello e della nonna”.

Comportamenti violenti che avrebbe tenuto anche nei confronti del fratello che era intervenuto in aiuto del padre, inveendo contro la nonna chiamandola “tirchia” perché non gli dava i soldi.

L’uomo, un 40enne folignate e residente ad Assisi, difeso dall’avvocato Giuseppe De Lio. È stato arrestato e portato in carcere a Capanne anche per l’accusa di lesioni per aver colpito al volto con un pugno il fratello e “quindi sferrandogli schiaffi e pugni a ripetizione”, procurandogli lesioni personali al ginocchio sinistro e al volto, malattia giudicata guaribile in 7 giorni.

Pugni e spinte anche agli agenti del Commissariato di Assisi intervenuti per bloccare la furia del giovane contro il padre e il fratello. Secondo il verbale di arresto gli agenti avrebbero riportato un trauma alla spalla sinistra, escoriazione all’avambraccio sinistro, con prognosi di 3 giorni per un agente; ferite al braccio l’altro con prognosi di 1 giorno per l’altro poliziotto.

Il padre, il fratello e la nonna dell’arrestato, avevano già presentato una querale cinque e due giorni prima i fatti. Il padre aveva presentato una querela nei confronti del figlio, stanco dei soprusi nei suoi confronti, del fratello e della nonna. Stanco delle 20 o 30 telefonate al giorno con richieste di denaro, del fatto che pur avendo una casa, stava sempre dal padre a chiedere soldi e di essere accompagnato nei luoghi dello spaccio. Una sera l’arrestato, secondo la denuncia, avrebbe forzato una finestra e una volta entrato in camera da letto del padre lo avrebbe svegliato e minacciato. Spesso si sarebbe presentato anche presso l’attività commerciale dell’uomo, minacciando anche i clienti.

Mentre i poliziotti svolgevano accertamenti, inoltre, l’uomo avrebbe aperto un armadio e tirato fuori quasi 400 cartucce da fucile, di cui i familiari nulla sapevano e rivolto agli agenti avrebbe detto: “Non fate caz... perché vi meno a tutti e due, ciccioni pelati del c..., non sapete neanche contare le cartucce, chi c... di ha assunto”.

Anche il fratello e la nonna lo hanno denunciato per le aggressioni e le violenze. L’anziana donna era impaurita perché il nipote si presentava a casa, urlava, bussava la citofono e oltre alle richieste di denaro, una volta le aveva anche rubato i gioielli.

In sede di convalida l’arrestato si è avvalso della facoltà di non rispondere. La difesa ha chiesto una misura meno afflittiva, come i domiciliari nella sua abitazione non lontano da Assisi, ma il giudice ha disposto la custodia a Capanne non valutando positivamente neanche il braccialetto elettronico.

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