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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Aperta la splendida mostra "L'Umbria dal cielo" del Maestro Paolo Ficola a Civitella d'Arna

Civitella d’Arna. Una mostra, “L’Umbria dal cielo” del Maestro Paolo Ficola, che non ci si stanca di vedere. Specialmente se si ha la fortuna di poterla visitare insieme all’autore. Ogni singolo scatto, delle oltre 60 foto di grande formato, ha dietro una storia, fatta di tecnica, di ardimento… e di cuore. Perché la tecnica non basta, se non è sorretta dall’urgenza interiore. È un piacere quasi fisico, oltre che intellettuale e spirituale, soffermarsi davanti a quegli scatti che una mostra lungimirante a Palazzo Baldeschi accostò alle visioni aeropittoriche del nostro Gerardo Dottori. Le immagini, tutte di insuperabile nitidezza e impareggiabile definizione, sono state realizzate con la fotocamera Hasselblad 200ml/pixel. Onore e merito, per la splendida iniziativa, alla pro loco di Civitella d'Arna (e al suo presidente Lamberto Salvatori), al Comitato Perugino dell'UNPLI (Unione nazionale pro loco italiane) Umbria, ad ARS Color e all’Associazione Culturale Ca. Gi. Wart Promotion.

Una mostra che ha carattere di assoluta eccezionalità e che si può ammirare (dopo le trasferte di Roma, Amalfi, Spoleto, Corciano) nella bellissima cornice del castello Baldelli di Civitella d'Arna, in coincidenza con la Festa delle Campane e del Dialetto Perugino. Grazie alla generosa disponibilità di Felice, Giustiniano e Riccardo Baldelli, è possibile contemplare questi capolavori, inseriti in un ambiente di particolare suggestione. Un tempo, per elogiare un pittore, si diceva (sbagliando): “Sembra una fotografia”. Non siamo lontani dal vero, affermando che alcuni di questi scatti (penso a certi scorci della rupe di Orvieto o a
Norcia innevata) sembrano un dipinto. Un dipinto realizzato dal Sommo Facitore dell’Universo e immortalato da Paolo Ficola, sensibilissimo uomo di fede e artista fino al midollo.

Addirittura, a proposito di qualche scatto, sembra di poter dire “hic digitus dei est”: specie quando la nebbia, l’ombra e il sole, in una stessa fotografia, propongono tre toni di diversa intensità, tali da far pensare a un artificio, che però tale non è. Si tratta di cogliere l’attimo, unico e irripetibile come una folgorazione. Anche per parlare d’inquinamento, di equilibri che reggono a fatica, di dighe o ponti in predicato di catastrofe. Tutto questo, e molto altro, si può vedere in “L’Umbria dal cielo”. Oltretutto, è uomo di eccezionale modestia, Paolo Ficola, tanto da prendere per uno scherzo l’invito del ministro Franceschini ad esporre. Una persona che minimizza, fin quasi a ritenere “normale” aver realizzato diversi milioni di scatti, con quelli dell’Umbria che ammontano a “solo” 100 mila e
oltre. Un patrimonio che dovrà restare a disposizione delle future generazioni. Tocca studiare il modo!

La mostra, che si dipana per varie stanze, con volte in accoltellato di mattoni, chiude col Crocifisso di San Damiano, fotografato a una definizione di assoluta eccezionalità. Paolo ne ha realizzato scatto, stampa e perfino la cornice. Alla fine (forse “il” fine?) del percorso appare questo scritto: “Dedico a tutti coloro che volano, ringraziando Dio per avermi assistito in tutte le ore in cui ho sorvolato l’Umbria, questa riproduzione del crocefisso di San Damiano, attualmente esposto nella chiesa di S. Chiara in Assisi”. C’è bisogno di dire altro?

Sandro Francesco Allegrini

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