Odissea in via Oberdan, in mostra i cavalli di Ballerani e le tele di Tippolotti

Mostra bifronte di Mauro Tippolotti (pittore) e Paolo Ballerani (pittore e scultore) all’ex Chiesa della Misericordia di via Oberdan (9-26 marzo), presentata da Andrea Baffoni, con appendice musicale della splendida Antonella Falteri.

In mostra i cavalli di Ballerani e le tele di Tippolotti. Più un’opera congiunta: una mano colossale che sembra liberare aste colorate. Enigmi dell’arte, con franca interpretazione. La lunga diegesi pittorica di Tippolotti si dipana attraverso una molteplicità di segni e di simboli, una cascata di colori, un bisogno di attiva, plurima e democratica interlocuzione.

I cavalli di Ballerani, opera di poetico virtuosismo naturalistico, porta a dignità l’umile polistirolo, marmorizzato, patinato e impreziosito coi colori dell’oro e dell’argento. Ma è il titolo pseudo omerico “Odissea” a suscitare nello spettatore un’accesa voglia di esegesi. Al centro dell’interesse: un work in progress, un’intesa creativa, una provocazione. Quella grande mano che pare liberare ciò che parecchi vedono come bastoncini dello shangai. Ma che a chi scrive sembrano piuttosto remi che urgono per vincere l’inerzia della stasi. Ed è da questa spinta che si genera l’ansia e la tensione, come lo slancio di Ulisse che può dire “e dei remi facemmo ali al folle volo”.

Una tensione che è tipica di artisti come Tippolotti e Ballerani. I quali, entrambi, sanno bene ciò da cui fuggono, ma non quello che inseguono. Tesi come sono alla perenne ricerca, forse, di se stessi: di ciò che saranno o di ciò che sono stati. E che mai più potranno essere. Hanno un bello sforzarsi, ed affannarsi, amici e conoscenti (e tra loro il sottoscritto), a dire la loro in “4 righe 4”. Con Mauro e Paolo, dobbiamo convenire che, in fondo, conta più il viaggio che il traguardo. E questa loro “Odissea” ne è la conferma. Perché, per un artista, ogni mostra è la storia di una vita. Finché vita c’è.