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Le bolle di sapone di Pep Bou, al Morlacchi, conquistano il pubblico dei bambini

I bambini erano oltre la metà del pubblico e si facevano notare per la vivacità, dinamica e sonora, con cui hanno seguito ogni momento dello spettacolo

Le bolle di sapone di Pep Bou, al Morlacchi, conquistano il pubblico dei bambini che vivono lo spettacolo come una kermesse affascinante e travolgente.

I bambini erano oltre la metà del pubblico e si facevano notare per la vivacità, dinamica e sonora, con cui hanno seguito ogni momento dello spettacolo. Rincorrendo, facendo scoppiare, contendendosi le enormi bolle che scendevano in platea. Il più piccolo aveva solo tre mesi, ma il grosso era costituito da monelli in età scolare da primaria. L’entusiasmo era tale che i genitori hanno desistito dal trattenerli: tanto, sarebbe stato impossibile.

L’artista catalano opera nel settore da oltre quattro decenni, è attore e mimo, incredibile sperimentatore. Lo si vede dalla varietà dei “numeri” di taglio decisamente circense. Ma se la gioca pure sul piano della recitazione, scherzando col pianista e coinvolgendo perfino una ignara spettatrice che diviene “maga delle bolle” per una sera.

Peccato – come l’artista spiega in finale – che qualche numero sia venuto sottotono, o sia stato reiterato, a causa della secchezza dell’aria. E dire che lo aveva spiegato che gli serve un ambiente umido. Anche per questo ha continuato a spruzzare aria e acqua saponata sui vari supporti utilizzati in scena. Certo non deve aver giovato alle sue esigenze l’accensione mattutina del riscaldamento. Comunque lo spettacolo si è dipanato per oltre un’ora con grande spasso – diciamolo – anche degli adulti. Che qualche volta riscoprono il piacere di tornare bambini.

Ottima l’idea di Marco Pierini, in sinergia con lo Stabile di Nino Marino, di inserire questo spettacolo tra le “Smanie di Primavera”. Ottenendo un doppio risultato. Intanto quello di avvicinare fisicamente al Morlacchi il pubblico di domani… che è sempre azione meritevole. E poi – last but not least – propagandare “Bolle di sapone. Forme dell’utopia, tra vanitas, arte e scienza” in programma fino al 9 giugno. Lo dico senza possibili smentite: una mostra del genere non s’era mai vista. E perderla equivale a rinunciare a mondi d’arte, di seduzione, di fantasia e di sogno… irrecuperabili.

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