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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La chiesa diventa anche un polo culturale: successo per la presentazione di “Mina sul davanzale”

La chiesa di San Fortunato rinasce non solo come sede liturgica, ma anche come polo culturale cittadino d’eccellenza. Da quando è stata affidata alle cure e alla responsabilità di Comunione e Liberazione, la chiesa dei Padri Silvestrini viene identificata come luogo d’incontro e di formazione delle giovani generazioni.

È in questa prospettiva che il Centro culturale “Maestà delle Volte”, attraverso la coordinatrice Alessandra di Pilla, ha inaugurato una serie di eventi caratterizzati dal brand “Un libro, un incontro”. Iniziativa che risponde alla finalità di una lettura intesa come opportunità di crescita e riflessione, quale valore aggiunto alla semplice fruizione piacevole di un prodotto letterario.

Il primo autore a dialogare coi giovani è stata la scrittrice perugina Sara Allegrini, già conosciuta a livello nazionale per l’opera prima “La ragazza in bottiglia” e qui per parlare del volume “Mina sul davanzale” (Itaca editore), presentato con successo, l’estate scorsa, al Meeting di Rimini.

Dice Sara, rispondendo alle sollecitazioni di Marta Boldrini: “Un libro deve fare del bene, consentendo al lettore di immedesimarsi nei personaggi, elaborando esperienze personali, rimuovendo pregiudizi”. Sara alimenta la propria scrittura attraverso il rapporto coi ragazzi, legato alla sua attività di docente, ed è perciò considerata interprete, sensibile e puntuale, delle istanze giovanili. Non a caso, afferma: “Molte persone si riconoscono come personaggi dei miei libri. Io stessa mi rifletto in Mina, la protagonista dell’ultimo libro, rivivendo i dolori e i turbamenti di quell’età”. Una scrittura che trae impulso da esigenze etiche e sociali, che non può fare a meno di riferimenti valoriali. Racconta: “Opero in un istituto professionale e trovo, in quei ragazzi spesso demotivati e rassegnati all’insuccesso, potenzialità che vengono alla luce attraverso un rapporto educativo,  ispirato a fiducia e positività. Insomma: gli ‘ultimi’ spesso si scoprono ‘primi’ in cultura e umanità”.

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