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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Vino e lavoro, un marchio unico per il made in Umbria: per vendere meglio

Nella più grande vetrina nazionale del vino, l'Umbria lancia un Piano comune per salvare il prodotto da imitazioni e vendere in bottiglia anche il territorio e i saperi di qualità dell'Umbria

Vinitaly di Verona è la grande vetrina nazionale per vendere e far conoscere anche il vino umbro che sta subendo una crisi nonostante i grandi riconoscimenti su qualità e produzioni. Per questo a Verona sia la Regione dell'Umbria che gli operatori del settore stanno stabilendo anche una strategia di marketing comune.

“Il piano per la promozione e la commercializzazione del vino umbro è uno strumento per dare certezze ai vitivinicoltori, speranza e fiducia nel futuro:il vino, in Umbria, abbiamo dimostrato di saperlo fare; ora dobbiamo dimostrare di saperlo anche vendere”. Ha spiegato l'assessore Fernanda Cecchini, intervenendo alla presentazione, tenutasi presso lo “stand” dell’Umbria al “Vinitaly” di Verona,  dopo la ricerca dagli Istituti di Ricerca Nomisma e Inea sulle vigne di casa nostra.

Dal piano è emerso che non basta saper fare un buon vino: occorre promuoverlo e commercializzarlo adeguatamente; imparare  dunque a venderlo. E per questo si pensa ad un marchio che lo renda riconoscibile, la messa insieme di saperi, conoscenze e risorse.  L'unità dei vini umbri rappresenta uno snodo fondamentale: essere uniti diventa una necessità, e ciascuno deve rinunciare ad un pezzetto della sua ‘sovranità’, per costruire un vero progetto per il futuro, un impegno comune perché il vino umbro possa diffondersi sulle tavole di tutto il mondo.

Una possibilità che esiste concretamente, secondo i curatori del Piano, Denis Pantini e Fabio Piccoli: l’indagine ha evidenziato che il vino umbro possiede all’estero numerosi estimatori, e che il problema è quello di renderlo identificabile e riconoscibile soprattutto nella sua provenienza da una regione, la cui immagine deve transitare nella sua unità ed unicità.

“Fare squadra” – hanno detto Pantini e Piccoli – non è più, alla luce del piano, un appello generico e astratto, ma un concreto compito comune. E i produttori di eccellenza – hanno aggiunto -, le aziende che producono vini “top” già ben conosciuti e consolidati a livello internazionale, non possono che favorire questo processo, svolgendo una funzione promozionale, di cui beneficia l’intero sistema.

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