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Economia

Lavoratrici e lavoratori in somministrazione: "Una categoria invisibile"

I sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Umbria chiedono il rinnovo del Contratto nazionale e maggiori tutele per i lavoratori flessibili

I sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Umbria hanno definitivo lavoratrici e lavoratori in somministrazione come “una categoria invisibile”. Per questo motivo hanno deciso di convocare una conferenza stampa e parlare del tema, di fondamentale importanza nell’intera economia umbra dove operano circa 7200 persone con questo tipo di contratto. 

Nella sede della Uil Umbria, in questo grigio lunedì 11 marzo, Vanda Scarpelli, segretaria generale Nidil Cgil Perugia, Luca Minestrini segretario regionale Felsa Cisl Umbria e Roberta Giovannini, segretaria generale Uiltemp Umbria hanno annunciato la mobilitazione del settore dopo la rottura del tavolo delle trattative da parte delle associazioni datoriali.

Il contratto collettivo nazionale di lavoro per la somministrazione è scaduto ma non è stato rinnovato e i sindacati denunciano la situazione di precarietà e discriminazione di questi lavoratori che operano in diversi settori, anche in quelli essenziali come la sanità. 

Il lavoro in somministrazione è una forma di lavoro flessibile che consiste nel mettere a disposizione di un’impresa utilizzatrice dei lavoratori assunti da un’agenzia interinale. Questi lavoratori hanno diritto a un contratto collettivo nazionale di lavoro che regola le loro condizioni di retribuzione, orario, sicurezza, formazione e tutela sindacale.

Secondo i sindacati, per migliorare le condizioni dei lavoratori somministrati, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, è necessario il riconoscimento dell’anzianità di servizio, il rispetto del principio del pari trattamento con i lavoratori diretti dell’azienda utilizzatrice, la riduzione del turnover ingiustificato, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, la formazione professionale, la tutela della salute e della sicurezza e mettere la donna nella condizione di non dover scegliere fra la famiglia e il lavoro. 

“I lavoratori interinali - hanno sottolineato i sindacati - non sono figli di un Dio minore ma hanno gli stessi diritti dei lavoratori diretti. È necessaria l’applicazione della parità di trattamento, come per esempio nel riconoscimento del premio produzione”.

Per questo motivo, le organizzazioni sindacali chiedono la ripresa della trattativa e l'apertura di un confronto costruttivo con le associazioni datoriali, per raggiungere un accordo che riconosca i diritti e le esigenze dei lavoratori somministrati. Si tratta di una questione di giustizia sociale e di sviluppo economico per il territorio umbro: “Il nostro appello alle agenzie è di riprendere immediatamente la trattativa perché il rinnovo di un contratto collettivo è rispetto verso le lavoratrici e lavoratori. È coerenza e dignità” concludono Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Umbria.

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