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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Lavoro, vertice Uil: niente sciopero, ma sull'articolo 18 è battaglia

Il comitato regionale dell'Uil dell'Umbria ha fatto il punto sulla Riforma del lavoro. Ecco le ricette anti-crisi e salva-lavoratori del sindacato

Nessuno sciopero generale sulla Riforma del Lavoro del Governo Monti ma allo stesso tempo le proposte di modifica dell'articolo 18 sono totalmente irrecivibili.

Il comitato regionale della Uil, presieduto dal segretario nazionale Carmelo Barbagallo, ha fatto il punto sulla concertazione portata avanti a livello sindacale sulla Riforma del Lavoro. Meglio di uno sciopero nazionale per i vertici Uil è una pressione sui gruppi parlamentari al fine di apportare quelle modifiche, non recepite dal Governo, il licenziamento, sia per motivi disciplinari che economici. "Per questi ultimi, inoltre, l’azienda dovrà dimostrare l’effettiva difficoltà economica": ha spiegato il segretario regionale della Uil, Claudio Bendini.

Questi, in estrema sintesi, i punti fermi individuati dal Comitato centrale della Uil sull’articolo 18: è confermata una netta contrarietà, in quanto sotto la forma di licenziamenti per ragioni economiche od oggettive si possono celare licenziamenti “discriminatori e disciplinari”, lasciando mano libera alle aziende; è necessario che in prospettiva futura si individuino soluzioni per quelle tipologie di lavoro considerate usuranti, al fine di permettere loro di anticipare il pensionamento; sulla “detassazione” e sulla “decontribuzione” del “salario di produttività” (premio di risultato, retribuzione per turni e straordinari) è necessario che si proroghi anche per il 2012 tale beneficio; sugli ammortizzatori sociali, è necessario che siano definite maggiori tutele a favore dei lavoratori più anziani e che si definiscano strumenti efficaci per la ricollocazione; serve una lotta ancora più incisiva contro l’evasione fiscale, perché non è accettabile che un datore di lavoro dichiari in media guadagni inferiori al proprio dipendente; servono politiche industriali concrete, mirate a sostenere il Paese nella crescita e nello sviluppo.
 
“E’ nostra intenzione – ha affermato in chiusura dei lavori Barbagallo - denunciare l'ormai insostenibile pressione fiscale che sta comprimendo i redditi dei lavoratori dipendenti, da un lato con l'aumento delle addizionali Irpef e con l'introduzione dell'Imu, e dall'altro con l'incremento già attuato delle accise sui carburanti e quello che si prospetta dell'Iva, che avrà effetti dirompenti sui bilanci familiari e sui consumi. E’ anche per questi motivi che il mondo sindacale scenderà in piazza in maniera unitaria il 13 aprile, quando sarà richiesto al Governo un provvedimento a tutela dei lavoratori esodati, che ad oggi rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione”.
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