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Sciopero alla rovescia, i muratori disoccupati lavorano gratis in una scuola

A Perugia mobilitazione di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil: disoccupati al lavoro per chiedere interventi per la ripresa del settore. Cantiere ala primaria Ignazio Silone di Sant'Erminio

Un gesto non solo simbolico, ma anche concretamente utile. Uno sciopero alla rovescia, in cui i disoccupati si mettono al lavoro, per dimostrare che, se ci fosse la volontà, il settore delle costruzioni, uno dei più colpiti dalla crisi, potrebbe ripartire, con tutti i suoi ben noti effetti di traino sul resto dell'economia. L'originale protesta è andata in scena oggi a Perugia e più precisamente alla scuola primaria Ignazio Silone di Sant'Erminio, dove 12 operai edili, italiani e migranti, provenienti da tutta l'Umbria e accomunati dalla condizione di disoccupazione in cui sono costretti, hanno rimesso a nuovo l'ingresso della scuola elementare e ristrutturato un balcone che versava in condizioni molto precarie. 

“Uno sciopero alla rovescia perché dobbiamo rovesciare il trend di crisi che sta affossando questo settore, che in soli 5 anni in Umbria è passato da 26mila a 13mila addetti – afferma il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Mario Bravi - e dimostrare che la crisi si può sconfiggere se si mettono in campo una serie di azioni che come sindacati stiamo chiedendo  da tempo”. Proposte che Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno ribadito anche questa mattina nel corso di un'iniziativa pubblica nella quale i sindacati si sono confrontati con le istituzioni (c'erano la presidente della Regione Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e quello di Terni, Leopoldo Di Girolamo). “Abbiamo ribadito alcuni punti fondamentali alla base della nostra piattaforma – spiega Gianni Fiorucci, segretario generale della Fillea Cgil di Perugia – come la necessità di avviare una serie di interventi di manutenzione, a partire proprio dagli edifici scolastici, che anche in Umbria costituiscono un'emergenza”. 

Riqualificazione urbana (città e periferie), efficientamento energetico, restauro e salvaguardia del patrimonio artistico e dei centri storici dell'Umbria, difesa dell'assetto idrogeologico, edilizia pubblica: queste le altre direttrici da seguire, secondo i sindacati, per far sì che il settore delle costruzioni, da epicentro della crisi, possa diventarne una potenziale via d'uscita. E la benzina da mettere nel motore è rappresentata dalle risorse europee che, accompagnate da un allentamento del patto di stabilità, possono davvero far ripartire il settore. Questo progetto deve, entro la metà di giugno, essere declinato e messo in pratica attraverso l'immediata creazione di un tavolo regionale dell'edilizia, che poggi però – questa la richiesta dei sindacati – su gambe nuove, sia per le modalità di funzionamento che per gli obiettivi da conseguire, quelli di uno sviluppo possibile, perché sostenibile.

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