Casi di peste suina nel Lazio, allevatori e norcini umbri preoccupati scrivono alla Regione: "Il rischio per l'economia è alto: contenimenti dei cinghiali subito..."
Un documento che è stato consegnato direttamente alla Giunta regionale con le proposte anti-pandemia
Un documento anti-peste suina africana rivolto alla Regione dell'Umbria per salvaguardare il comparto suinicolo dopo che l’epidemia tramite i cinghiali ha toccato il vicino Lazio. È quanto stato redatto oggi dalla Consulta suinicola della Coldiretti Umbria, riunitasi a Perugia per fare il punto su una questione che potrebbe avere delle ripercussioni gravissime anche nella nostra regione, peggiorando ulteriormente lo stato della suinicoltura locale già in difficoltà.
Coldiretti è tornata a ribadire all’Amministrazione regionale, la necessità di programmare attività di prevenzione: fondamentale adottare ogni misura possibile finalizzata alla gestione numerica dei capi di cinghiale in circolazione sul territorio regionale. "In particolare - ha precisaro il presidente Agabiti - occorre prevedere un piano di selezione straordinario operante fuori dal calendario venatorio; consentire al proprietario del fondo munito di licenza di caccia di abbattere in maniera immediata capi di cinghiale che si trovano sul fondo solo previa comunicazione mediante sms o app dedicata; mettere a disposizione degli allevatori un numero consistente di sistemi di trappolamento da posizionare lungo i perimetri degli allevamenti suinicoli, con un numero adeguato di soggetti autorizzati a prelevare i capi rinvenuti nei predetti sistemi; prevedere delle giornate straordinarie di apertura della caccia”.
Presente all’incontro di oggi anche Vincenzo Caputo Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, che accennando alle problematiche collegate al caso PSA del Lazio, ha dichiarato che “l’Assessorato regionale alla Sanità, ha intensificato la sorveglianza passiva per la malattia e che al momento non vi sono segnalazioni. È auspicabile - ha aggiunto - dare attuazione al Piano Operativo Regionale (PRIU), proponendo anche un modello di gestione per il contenimento della specie cinghiale”.
“Non è nostra intenzione creare allarmismi - afferma Francesco Rustici Referente della Consulta suinicola della Coldiretti Umbria - ma è nostra premura sollecitare con forza gli organi preposti a porre in essere tutte le iniziative che possano scongiurare un impatto negativo economico e sociale anche a livello locale. Tenuto conto del ruolo rilevante del comparto suinicolo sull’economia agricola umbra, con un’incidenza pari all’11%, ma anche delle sue oggettive difficoltà attuali, occorre evitare che l’emergenza si allarghi, scongiurando ulteriori ripercussioni per un settore già in sofferenza, che interesserebbero l’intera norcineria”.