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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Bollettino del lavoro da tempo di guerra: "Dei giovani lavora solo il 2%"

Il presidente Moretti e il segretario Gauzzi sui dati relativi al mondo dell’occupazione in Italia redatti dal nuovo report ai tempi della crisi. Disoccupazione giovanile e ammortizzatori sociali: ecco il perchè di questa strage

“Nel 2013 l’Italia ha perso 478 mila occupati, ovvero 1.311 posti di lavoro al giorno, il numero dei disoccupati è aumentato di 369 mila unità, cioè il 13,4 per cento in più in 1 anno, e di questi 158 mila sono giovani tra 15 e 34 anni”. È drammatico il bollettino di guerra del mercato del lavoro italiano stilato da Confartigianato Imprese, in cui non mancano riferimenti a istruzione e formazione professionale, cuneo fiscale e ammortizzatori sociali, al centro del commento che giunge dalla segreteria provinciale di Perugia dell’associazione di categoria. “Sull’andamento dell’occupazione – ha precisato Giorgio Moretti, presidente di Confartigianato Imprese Perugia – pesa il costo del lavoro. 

Ai dipendenti delle nostre micro e piccole imprese fino a 50 addetti il cuneo fiscale costa moltissimi euro. Servono soluzioni equilibrate capaci di rilanciare la competitività delle nostre aziende”. “Secondo Confartigianato – ha proseguito, poi, Stelvio Gauzzi, segretario di Confartigianato Imprese Perugia – la situazione occupazionale è influenzata anche da problemi in merito al sistema formativo: in Italia, la percentuale di under 25 che studiano e lavorano è appena del 2,8 per cento, a fronte della media del 13,6 per cento dei Paesi dell’Ue a 27. Inoltre, i diplomati degli istituti tecnici e professionali presentano una situazione occupazionale migliore rispetto a chi ha frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale o artistica. In particolare, i diplomati degli istituti tecnici risultano occupati per oltre la metà (57,6%), con un tasso di disoccupazione pari al 22,4 per cento e inferiore alla media dei diplomati (26,2%), mentre quelli degli istituti professionali risultano occupati per il 69 per cento, l’incidenza maggiore tra i diplomati, a cui si accompagna il più basso tasso di disoccupazione, pari al 21,4 per cento”. 

“Le opportunità di trovare lavoro – ha ribattuto Moretti – sono ostacolate dalla crisi, ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito l’11,5 per cento delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte dell’8,7 per cento di apprendisti assunti dal totale delle imprese. Ma la vocazione dell’artigianato ad utilizzare l’apprendistato è stata pesantemente compromessa dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8 per cento, a fronte di una diminuzione del 16 per cento per il totale delle imprese“. 

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, infine, lo studio di Confartigianato rileva il calo, in Italia, tra il 2012 e il 2013, delle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni in deroga: meno 22,9 per cento. Una diminuzione ancor più apprezzabile perché, a fine 2012, il ricorso effettivo alla Cig in deroga da parte delle imprese artigiane si traduce in un tasso di utilizzo del 23 per cento, più che dimezzato rispetto alla media della Cig straordinaria e in deroga rilevata nel 2012 e pari al 54,56 per cento. “Per rilanciare l’occupazione – ha concluso Gauzzi – bisogna togliere piuttosto che aggiungere. Basta con le continue riforme che producono soltanto incertezza tra gli imprenditori e scoraggiano le assunzioni. Non servono nuove ‘ricette’ fantasiose, soprattutto, non abbiamo bisogno di soluzioni ‘a taglia unica’. Cominciamo, invece, subito a ridurre la tassazione sul lavoro e a liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero e che hanno impedito l’assunzione di migliaia di giovani. Continuiamo con la semplificazione delle leggi sul lavoro, affidando alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare il dettaglio dei rapporti di lavoro. Utilizziamo l’occasione dell’attuazione della ‘youth guarantee’ per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze on the job, e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato”.

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