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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Lavoro, esodati in Umbria: il dramma resta senza numeri

In consiglio regionale il direttore dell'Inps ha spiegato che non esiste una statistica completa ma soltanto quella dei casi risolti: 700. Un fenomeno nascosto da 2-3000 lavoratori

I lavoratori umbri in condizione di esodati che rischiavano di ritrovarsi senza posto di lavoro e senza pensione, a seguito dell'allungamento dell'età per il collocamento a riposo deciso con la riforma Fornero, sono al momento 737 (576 a Perugia e 161 a Terni). Quasi tutti (il 96 per cento) hanno definito con l'Inps la loro posizione ed a breve potranno ricevere il previsto assegno.

Lo ha reso noto il direttore della sede Inps di Perugia dottor Generoso Palermo, nel corso di una audizione sul tema degli 'esodati' umbri, organizzata dalla seconda Commissione consiliare presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, per capire numero effettivo e situazioni sanate e da sanare.
 
Il dottor Palermo ha spiegato che questo primo gruppo, identificato e messo in condizione dagli uffici regionali Inps di poter ricevere l'assegno, fa riferimento ai cosiddetti “esodati salvaguardati” che il Governo identificò inizialmente in 65mila. Manca invece il dato umbro relativo ai secondi 55mila riconosciti successivamente dal Governo, anche perché - ha precisato il dirigente Inps – non è stato ancora pubblicato il decreto attuativo, indispensabile alla loro effettiva identificazione.
 
Sulle considerazioni e le cifre fornite dall'Inps alla seconda Commissione è intervenuto Orfeo Goracci (Comunista umbro) che pur riconoscendo il buon lavoro svolto dall'Inps per i cosiddetti 'salvaguardati' ha chiesto se esistono parametri per conoscere la realtà effettiva dell'Umbria che, anche in relazione ai 280-300mila stimati a livello nazionale, dovrebbero raggiungere i 2.500-3.000 casi. Nel merito Goracci ha chiesto notizie di alcuni casi ufficiosamente noti come il centinaio di dipendenti della ex Merloni di Nocera, umbri e marchigiani, messi in cassa integrazione.
 
Il direttore Palermo, che ha definito “impossibile” identificare il numero effettivo degli esodati rimasti fuori ha comunque fornito dati nazionali complessivi dai quali poter capire chi e quanti potranno rientrare nei  55mila individuati con il secondo elenco. Dai dati emerge che il maggior numero 25.990 sono lavoratori in mobilità ordinaria, 3.460 in mobilità lunga; 17.710 titolari di assegni straordinari; 10.250 autorizzati a versamenti volontari; 6.890 incentivati all'esodo da grandi aziende; 950 esonerati dal servizio; 150 in congedo per assistenza ai figli disabili.
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