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Turismo, borghi e innovazione: il lago Trasimeno fa squadra

L’Unione dei Comuni, partner di un Progetto europeo di ricerca Horizon 2020 denominato Liverur, ha presentato “Trasimeno Rural Living Lab”, il progetto teso a migliorare l’economia rurale e aumentare la presenza turistica sul territorio

Il Trasimeno è tra le dodici aree rurali pilota in cui applicare l’esperienza dei “living labs”, modelli di business regionale e circolare, in cui gli attori locali cooperano secondo principi comuni.

L’Unione dei Comuni, partner di un Progetto europeo di ricerca Horizon 2020 denominato Liverur, ha presentato “Trasimeno Rural Living Lab”, il progetto teso a migliorare l’economia rurale e aumentare la presenza turistica sul territorio.

Il progetto a cui aderisce l’Unione, vede la partecipazione di 23 soggetti tra istituzioni, imprese, associazioni, centri di ricerca universitari europei ed extra europei, provenienti da 13 paesi (Austria, Francia, Italia, Germania, Grecia, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia). Il progetto mira a diffondere l’adozione del concetto di Living Lab (LL) nelle zone rurali, ed il territorio del Trasimeno, come detto, è stato prescelto come una delle 12 aree pilota in cui sperimentare tale modello.

I Living Labs, come spiegato questa mattina dal presidente dell’Unione Giulio Cherubini, e dai tecnici Louis Montagnoli (Uct) e Rose Ortolani (agenzia per la progettazione Sogesca Srl), rappresentano un importante strumento di applicazione del modello di innovazione basato sul coinvolgimento degli utenti con cui fare sperimentazione. Si tratta di una co-creazione con utenti reali ed in ambienti di vita quotidiana. Utenti finali, insieme ai ricercatori, alle aziende e alle istituzioni pubbliche, esplorano, progettano e validano congiuntamente prodotti, servizi, soluzioni e modelli di business nuovi e innovativi, fornendo feedback importanti per la loro messa a punto e successiva commercializzazione.

L’obiettivo strategico sarà quello di fare rete. Si partirà dai temi dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare, insieme a quelli dell’innovazione tecnologica e dell’inclusione sociale perché questi sono gli obbiettivi a cui tendere e la motivazione per cui la Commissione europea ha ritenuto di finanziare il progetto Liverur per un importo complessivo di 4 milioni di euro.

Secondo quanto anticipato oggi, tra gli argomenti prescelti su cui è iniziato già il confronto c’è quello dell’acqua nelle sue varie declinazioni, partendo dai problemi del lago e delle sue peculiarità, dei suoi punti di forza e di debolezza, affrontando anche le questioni della pesca e le problematiche dell’uso dell’acqua a fini irrigui a servizi dell’agricoltura. Un altro tema di confronto è quello della riqualificazione dell’area dismessa di Pietrafitta e la definizione di una proposta di valorizzazione perché ritenuta strategica per le popolazione della Valnestore. Anche le questioni legate al tema del turismo esperienziale, allo slow tourism, al turismo enogastronomico a sostegno delle politiche turistiche territoriali sono ritenute un tema centrale e particolare attenzione sarà posta alla necessità della presenza di un soggetto che sappia fare incoming turistico e che sappia qualificare il prodotto turistico nel Trasimeno. La valorizzazione delle filiere produttive tipiche sarà un altro tema prioritario, con un focus sull’olivicoltura. Attenzione infine alla creazione di prodotti e servizi di supporto alle imprese del settore del turismo e dell’agricoltura.

Alla presentazione hanno preso parte anche i consiglieri regionali Simona Meloni e Andrea Fora. Per Meloni si tratta di un “progetto da guardare con grande interesse e sostenere con forza”. “Il Trasimeno – ha detto – ha la forza di portare le proprie esperienze come modello di riferimento”. “L’Umbria e la Valnestore in particolare – ha dichiarato Fora – sono perfetti per costruire nuove prassi e nuovi modelli di sviluppo”.

Il progetto “Trasimeno Rural Living Lab” ha preso le mosse nei mesi scorsi durante i quali sono state realizzate interviste, organizzati incontri, prescelto argomenti su cui poter sensibilizzare e coinvolgere alcuni soggetti portatori di interesse. Ora si passa alla fase dell’allargamento della platea attraverso l’attivazione dal basso di questo confronto. A tal fine sono già stati programmati quattro workshop on line, che si svolgeranno tra gennaio e febbraio.

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