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Società sportive in crisi a causa dal Covid: 8 su 10 hanno bisogno di fondi subito, settori giovani a rischio

A pochi giorni dalla fine di questo orribile 2020 le società hanno costituito un Comitato 4.0 per fare pressioni su un Ministero e su un Governo che ha fatto poco e male per sostenere il settore che rischia il collasso

Dal calcio della Lega Pro - dove militano Perugia, Ternana e Gubbio - al volley maschile e femminile fino ad arrivare alla Lega Nazionale Pallacanestro le società, con tanto di settori giovanili, sono in crisi nera a causa del Covid e l'eterno blocco della gran parte dei campionati - minori - o degli spalti vuoti anche se i gioca in campo regolarmente. A pochi giorni dalla fine di questo orribile 2020 le società hanno costituito un Comitato 4.0 per fare pressioni su un Ministero e su un Governo che ha fatto poco e male per sostenere il settore che rischia il collasso.

Bocciato anche uno dei pochi provvedimenti presi dal Ministro Spadafora: ovvero, una legge che riconosce un credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni. Ma la mancata approvazione del decreto attuativo, chiamato a risolvere anche alcune incertezze interpretative, ha creato un’impasse che sta depotenziando, se non vanificando, l’efficacia dell’intervento. E tutto questo a fronte di: azzeramento dei ricavi dei diritti televisivi e nella stagione sportiva 2020/2021 i ricavi da sponsorizzazione si sono ridotti di almeno un terzo rispetto alla precedente.

A questi si aggiungono: i costi sanitari aggiuntivi per tamponi e “bolle” e i mancati ricavi da botteghino a causa della prolungata chiusura di stadi e palazzetti – che a causa della pandemia di Covid-19 potrebbe protrarsi per l’intera stagione ­­- decine di club rischiano di dover chiudere i battenti, mandando in rovina patrimoni sportivi, sociali e territoriali costruiti in decenni di attività. Il Ministro Spadafora, il Ministro Gualtieri e gli esponenti parlamentari hanno ricevuto un pacchetto di proposte che contiene misure di alleggerimento fiscale, un fondo perduto per far fronte alle spese sanitarie, finanziamenti erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo garantiti a livello centrale per le esigenze di liquidità. I club si appellano al governo perché venga concessa il prima possibile una qualche forma di ristoro.

La grande serrata - anche ribadiamo dei settori giovanili - è imminente come dimostra una inchiesta interna dal Comitato 4.0: il 95% delle società necessitano di un aiuto finanziario per completare la stagione sportiva in corso. Per le società sportive si stima un fabbisogno medio pari al 42% dei ricavi della stagione sportiva 18/19, con una media di 623 mila euro a testa. Finora solo un terzo della platea ha ricevuto un sostegno statale per fronteggiare la crisi Covid-19. Ma l’ammontare medio di questi aiuti, per i club che li hanno ricevuti, copre appena il 14% di questo fabbisogno. "I sacrifici - si legge nell'indagine - fin qui compiuti dai proprietari non bastano più e sarebbe ancora più drammatico se si rivelassero in definitiva inutili. Per 8 club su 10 sarebbe utilissimo perciò un finanziamento garantito dallo Stato, un assegno per superare il momento di difficoltà da restituire in un arco di tempo ragionevole e soprattutto a fronte dell’impegno di intraprendere, anche grazie a questo supporto, un virtuoso percorso di ripartenza fondato sulla sostenibilità.

Sono 77 i club, pari ad un terzo della platea, che in assenza di un finanziamento con garanzia dello stato probabilmente non si iscriveranno alla prossima stagione sportiva". L’indagine dunque parla chiaro. I club chiedono che lo sport venga salvato (#salviamolosport): a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro tra atleti e componenti dello staff così come il ruolo sociale svolto sul territorio dai club, soprattutto a beneficio dei più giovani. Infine, rischia di venir meno il gettito fiscale di circa 23 milioni di euro generato dalle attività di queste aziende sportive.

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