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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

INCHIESTA | Viaggio nel mondo dei fumatori umbri: i dati, come cambia e la proposta legge choc anti-fumo

La Fondazione Umberto Veronesi presenterà, il prossimo 21 maggio, una petizione in Parlamento. Costi ipotizzati alle stelle per un pacchetto di bionde

LA PREMESSA - L’Umbria è tra le regioni con più alta percentuale di fumatori. 11 sono le sigarette fumate in media ogni giorno. Con costi economici ed umani esorbitanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prevede che il numero complessivo dei decessi correlati al tabacco passerà dai 100 milioni del ventesimo secolo a 1 miliardo nel ventunesimo secolo, a meno che non vengano prese misure urgenti. Cosa si può fare nel concreto? Quali politiche deve adottare il Governo per frenare questi numeri?

L'INDAGINE

Secondo gli ultimi dati Istat, in Umbria il 21,7% delle persone con più di 14 anni sono fumatori, il 24,9% hanno smesso di fumare e il 53,3% non ha mai fumato. Se si analizza il numero medio di sigarette fumate ogni giorno, emerge un quadro allarmante: il 36,2% dei fumatori accende tra le 11 e le 20 sigarette ogni giorno; il33,3% tra 6 e 10 sigarette al dì e il 27,5% meno di 5. Solo il 3% va oltre le 20 sigarette quotidiane. La media giornaliera delle sigarette accese è di 11.

Allargando lo sguardo all’intero Bel Paese, emerge che la maggioranza degli adulti trai 18 e i 69 anni non fuma (57%), oppure ha smesso di fumare (17%), ma 1 italiano su 4 ancora conserva il vizio (25%). Il fumo di sigaretta è più frequente tra le classi socio-economiche più svantaggiate (meno istruite e/o con maggiori difficoltà economiche). Sono infatti fumatori il 22,9% degli occupati, il 29,6% dei disoccupati e il 20,3% degli inoccupati (alla ricerca cioè della prima occupazione). Fuma inoltre il 12,7% degli studenti con più di 15 anni. Nel 2018 l’Italia si collocava al decimo posto per percentuale di fumatori, con un valore inferiore alla media europea (22,3% contro il 26%). Tra i fumatori italiani, nel 2019, la sigaretta tradizionale si conferma il prodotto più diffuso (81,4%), segue il tabacco trinciato (28,2%). 

La sigaretta elettronica è utilizzata da circa 1 fumatore su 5 (20,8%). Sono di poco aumentati anche gli utilizzatori di sigari e di pipa, fumati rispettivamente nel 12,1% e nel 5,1% dei casi. Per i prodotti a tabacco riscaldato si osserva un aumento della diffusione di circa tre punti percentuali, superando la pipa, con il 7,2% di utilizzatori. L’incasso annuale per l’erario tra accise e Iva, si assesta intorno ai 14 miliardi di euro (pari al 76% della spesa degli italiani che sfiora i 20 miliardi); ma la valutazione delle spese sostenute dalla sanità pubblica per curare le patologie tabacco-correlate assorbe circa il 50% di questo introito (circa 26 miliardi di €); senza contare il bilancio della mortalità e delle invalidità direttamente o
indirettamente collegate. 

Il Ministero della salute ha stimato che ogni anno sono 90 mila i morti prematuri dovuti al fumo, in un quarto dei casi si tratta di donne e uomini con meno di 65 anni. Solo considerando i decessi per tumore, almeno 43 mila persone l’anno perdono la vita per malattie oncologiche riconducibili al fumo. “Sono costi che non ci possiamo permettere - dichiara il Comitato Scientifico di lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi - e, soprattutto, che possiamo evitare o ridurre in maniera importante. Il tabagismo, in tutte le sue forme, rappresenta un’emergenza sanitaria resa ancora più acuta dagli effetti della pandemia da Covid-19, non va dimenticata e richiede azioni immediate e proporzionate alla sua gravità”.

Quest’anno infatti la Giornata Senza Tabacco, organizzata dall’Oms, è dedicata al sostegno per chi vuole smettere di fumare. Secondo l’indagine Passi 2014-2017, in Italia il 35% dei fumatori ha provato a smettere almeno una volta nell’anno precedente la rilevazione. Le chance di riuscita sono ancora poche (il 10% è rimasto lontano dal fumo per almeno sei mesi), con profonde disuguaglianze fra condizioni socioeconomiche e aree di residenza. La disuguaglianza sociale passa anche dalla mancata opportunità di smettere di fumare.

Per incentivarne l’abbandono, la Fondazione Umberto Veronesi presenterà, il prossimo 21 maggio, una petizione in Parlamento per chiedere un aumento significativo delle accise su sigarette, tabacco sciolto e riscaldato. “E’ una misura necessaria e urgente per mitigare l’impatto delle malattie fumo- correlate, - riporta l’ufficio stampa della Fondazione – ma anche per disincentivare l’avvicinamento ai prodotti contenenti tabacco e mobilizzare le risorse necessarie a rispondere alle necessità dei fumatori e dei malati”.

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