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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia Montefalco

In sette anni lavoro a 200 rifugiati, la Arnaldo Caprai premiata dall'Onu

Alla cantina di Montefalco il l riconoscimento “Welcome. Working for refugee integration”

L’azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco, in provincia di Perugia, ha ottenuto dall’Unhcr per l’Italia, il riconoscimento “Welcome. Working for refugee integration”. “Unica cantina italiana ad essere premiata tra le aziende che hanno contribuito ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni” spiegano dall’azienda. Ricordando che “dal 2016 la Arnaldo Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l’inserimento di immigrati nel mondo del lavoro”. E “nel tempo la Arnaldo Caprai ha dato la possibilità a oltre 200 persone richiedenti asilo di trovare un impiego in cantina. Solo nell’ultimo triennio è stata data la possibilità a oltre 50 richiedenti asilo provenienti dal nord Africa di lavorare in vigneto durante diversi periodi dell’anno. La collaborazione ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% degli immigrati entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa”. 

“Siamo onorati di aver ricevuto questo riconoscimento di grandissimo valore etico e morale. La sostenibilità di un’azienda non si sostanzia e non si risolve nella sola declinazione ambientale ed economica, perché un’impresa, a maggior ragione se agricola, e ancora di più se di vino, è parte integrante e attiva del territorio, protagonista anche della sua sostenibilità sociale.  Negli ultimi anni siamo cresciuti dimensionalmente e abbiamo quindi avuto la necessità di manodopera, ma anche la ferma volontà di affidarci a pratiche contrattuali limpide e giuste, grazie alla consulenza degli esperti di Confagricoltura, evitando di affidarci a ditte esterne per la manodopera necessaria: il welfare è un tema importante e serio per un’impresa che voglia essere realmente sostenibile” afferma Marco Caprai. Arrivati in Italia con i famosi barconi, e poi redistribuiti nei diversi centri in giro per il Paese, quelli che hanno trovato il loro futuro nella prestigiosa cantina umbra che ha fatto rinascere il Sagrantino, «sono ragazzi che si prestano al sacrificio, arrivano alle 6 di mattina, tanti di loro in bicicletta, facendo 6-7 chilometri, alcuni in motorino e, via via che le condizioni economiche lo permettono, in automobile. Sono una risorsa importante - sottolinea Marco Caprai - e spesso e volentieri sono la parte migliore dei Paesi da cui scappano: molti di loro hanno studiato, ed è bello vedere che qui trovano un’opportunità, un posto in cui mettere radici. È una storia che sfata il mito dell’immigrazione che è soltanto un problema: non è così».  

Il lavoro e la formazione degli addetti sono da sempre al centro degli interessi della Arnaldo Caprai.  Per questo motivo l’azienda sviluppa programmi di training per sviluppare il potenziale dei propri dipendenti nel medio lungo termine ed è anche sede del corso ITS agroalimentare dell’Umbria per il settore vitivinicolo. Nei 5 anni di corso oltre 100 studenti hanno seguito lezioni in azienda e operato direttamente in vigneto e cantina. Una dozzina di studenti sono stati poi assunti al termine del corso.  

“La capacità di attrarre talenti è fondamentale e riteniamo – conclude Marco Caprai – che sia la formazione sia la sostenibilità sociale siano due elementi chiave per fare questo. Ci vuole talento per attrarre talenti, l’azienda è fatta di persone e non è solo il nostro vino a farci da brand ambassador: i nostri dipendenti sono i migliori testimonial che possiamo avere per comunicare in maniera chiara e trasparente i valori e la cultura della nostra cantina”. 

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